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La P di “Pianeta” ci ricorda quanto sia urgente prendersi cura dell’ambiente in cui viviamo. I cambiamenti climatici stanno avendo effetti concreti su più livelli: perdita di biodiversità, alterazione degli ecosistemi, peggioramento delle condizioni di vita e della salute delle persone. Di fronte a queste sfide, agire è fondamentale. In Kenya, AICS sostiene iniziative finalizzate […]

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Credits: Laura Salvinelli

La P di “Pianeta” ci ricorda quanto sia urgente prendersi cura dell’ambiente in cui viviamo. I cambiamenti climatici stanno avendo effetti concreti su più livelli: perdita di biodiversità, alterazione degli ecosistemi, peggioramento delle condizioni di vita e della salute delle persone. Di fronte a queste sfide, agire è fondamentale.

In Kenya, AICS sostiene iniziative finalizzate a fronteggiare e ridurre gli effetti del cambiamento climatico. Lavoriamo per proteggere e rigenerare foreste e ecosistemi agroforestali, promuovendo l’uso sostenibile delle risorse naturali. Insieme alle istituzioni e alle comunità locali, uniamo tutela ambientale e sviluppo socioeconomico per rafforzare la capacità delle persone di adattarsi ai cambiamenti climatici. Molte iniziative riguardano anche l’accesso alla terra e la protezione dei diritti delle comunità. Sta crescendo inoltre l’interesse verso i mercati dei crediti di carbonio, come possibile fonte di finanziamento.

In Tanzania, affrontiamo i rischi climatici rafforzando la capacità di risposta del Paese alle emergenze. Un esempio concreto è la nascita, nel 2024, della prima “Situation Room” a Dodoma, realizzata con UNDRR e Fondazione CIMA, che consente di monitorare in tempo reale eventi estremi e attivare risposte rapide, integrando ambiente e sicurezza.

In Somalia, sosteniamo la risposta alle crisi causate da fenomeni climatici estremi – come siccità e inondazioni – sia attraverso interventi multilaterali con le agenzie ONU, sia tramite fondi d’emergenza diretti per supportare le comunità colpite.

Iniziative progettuali: una selezione

Con questa iniziativa si intende contribuire al Tree Growing Fund attraverso il finanziamento al National Environmental Trust Fund (NETFUND), l’agenzia finanziaria del Ministero dell’Ambiente e delle Foreste, con l’obiettivo di accelerare il raggiungimento del 10% di copertura forestale nazionale nonché per promuovere strategie in grado di rispondere in maniera adeguata al cambiamento climatico.

L’iniziativa agisce sulla torre d’acqua del Cherangany, uno dei cinque ecosistemi forestali di importanza strategica per il Kenya, dove vengono realizzate attività di ripristino ambientale e di protezione forestale. L’iniziativa si realizza nelle contee di West Pokot ed Elgeyo – Marakwet, oltre a quelle confinanti con gli ecosistemi interessati. L’iniziativa si propone di realizzare attività per i) il rafforzamento della governance forestale, ii) il miglioramento della capacità produttiva di piantine certificate e di qualità; iii) il pilotaggio e diffusione delle tecnologie appropriate per la coltivazione degli alberi e il recupero ambientale; iv) la sensibilizzazione e mobilitazione delle comunità e del settore privato, per garantire una loro partecipazione attiva nella gestione delle foreste.

Viene migliorato il sistema di gestione delle foreste, lavorando assieme alle autorità nazionali e locali perché possano agire in modo più efficace per proteggerle e gestirle in modo sostenibile. Questi interventi contribuiranno ad aumentare la copertura verde, ripristinare le aree degradate e ridurre le emissioni di CO₂.

L’iniziativa viene realizzata in Somalia dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) con l’obiettivo di migliorare la gestione delle informazioni sulle risorse idriche e terrestri del Paese.
Sono previste due componenti: da un lato, si interviene contro gli effetti del cambiamento climatico e in particolare per la riduzione dei rischi di inondazioni che spesso colpiscono la città di Qardho in Puntland. La seconda componente interviene per favorire il graduale trasferimento delle funzioni del sistema informativo SWALIM, sviluppato da FAO, alle istituzioni ed i ministeri somali, in un’ottica di sostenibilità. Il sistema mette a disposizione dati e prodotti informativi utili alla gestione sostenibile del territorio e delle risorse idriche e naturali del Paese.

L’iniziativa mira a contrastare i cambiamenti climatici e a rafforzare la protezione dell’ambiente favorendo il coinvolgimento delle comunità locali nella gestione, utilizzo sostenibile e conservazione delle risorse naturali nelle community conservancy in particolare nel Triangolo di Amaya – contee di Laikipia, Baringo, Samburu e Isiolo. Le community conservancy sono strutture riconosciute giuridicamente dal Governo del Kenya, amministrate da comitati di direzione rappresentativi delle comunità e gestite da staff locale. Le conservancy sono aree contigue a parchi e riserve naturali ricche di biodiversità, ma, a differenza delle aree protette tout court, sono abitate, e, quindi, necessitano di un intervento di protezione ambientale che sia compatibile con lo sviluppo delle comunità stesse. 

L’iniziativa viene realizzata dal Northern Rangeland Trust (NRT), organizzazione keniana fondata nel 2004 per la tutela delle conservancies, e promuove azioni classiche di conservazione (tracciamento di specie selvatiche; monitoraggio contro bracconaggio e attività illecite; sradicamento di specie invasive; mappatura GPS della copertura forestale, appoggio al controllo del territorio da parte dei ranger) e utilizzo turistico dei siti. Le comunità hanno inoltre la possibilità di usare le terre per l’allevamento e per stabilire attività imprenditoriali, come la commercializzazione del bestiame e di artigianato prodotto dalle donne. I proventi vengono reinvestiti in parte nella conservazione, e in parte in progetti di sviluppo locale. Ciò ha un potente effetto di stabilizzazione, in quanto, oltre a contribuire alla riduzione della povertà, riduce i conflitti legati all’uso spesso contestato delle risorse e l’azione prevede, inoltre attività di prevenzione dei conflitti e mediazione all’interno delle comunità. 

Nel 2022, anche grazie al supporto italiano e al coinvolgimento del sistema italiano di cooperazione, UNDRR ha lanciato l’‘Early Warnings for All Initiative’ per accelerare l’implementazione di sistemi di allerta precoce e gestione del rischio di disastri dove ancora non sono presenti. Dal 2019 sono stati costruiti 5 centri (sale situazioni) in Africa, collegate a livello continentale e regionale: oltre alla Tanzania, la sala continentale ad Addis Abeba nella sede dell’Unione Africana (AUC); il Centro Africano applicato di Meteorologia per lo Sviluppo (ACMAD) a Niamey in Niger; il centro per le previsioni climatiche presso l’Autorità Intergovernamentale IGAD – ICPAC a Nairobi, in Kenya; il Disaster Operation Centre di Abuja in Nigeria ed un’altra sala regionale in Cameroon.

Dal 2020 sono stati erogati dal Governo Italiano 16 milioni di Euro per il rafforzamento dei sistemi di allerta precoce e per la creazione della “Rete Africana di Eccellenza” finalizzata alla riduzione del rischio di catastrofi, con iniziative che hanno capitalizzato le tecnologie e le esperienze delle eccellenze italiane come Fondazione CIMA e la Protezione Civile Italiana, creando know-how e infrastrutture fondamentali a supporto delle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici.

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2025, 14:39