Dall’indipendenza del Tanganica nel 1961 e dalla creazione della Repubblica Unita di Tanzania con l’arcipelago di Zanzibar nel 1964, il Paese ha tradizionalmente beneficiato di una importante stabilità politica e sociale, nonostante la grande diversità etnica e religiosa. Dal 1992, a seguito della modifica della Costituzione, è stato ristabilito il multipartitismo con una graduale apertura degli spazi democratici, sebbene il sistema politico continui a ruotare intorno all’ex-partito unico, il CCM (Chama Cha Mapinduzi).
Grazie a due decenni di crescita sostenuta, la Tanzania ha raggiunto nel luglio 2020 lo status di paese a basso-medio reddito (lower-middle-income status), superando quindi lo status di paese a basso reddito.
Il Paese ha una popolazione stimata a 61 milioni di persone, ma la più bassa densità della regione, mentre quasi un terzo della popolazione risiede nelle zone urbane. La popolazione è prevalentemente giovane, formata da giovani sotto i 25 anni di età - circa due terzi - che sta crescendo rapidamente, spostandosi dalle aree rurali alle città.
I continui progressi della Tanzania nell'espansione delle opportunità economiche per le donne hanno contribuito al suo recente successo nella crescita e nella riduzione della povertà. Il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro è passato dal 67% nel 2000 all'80% nel 2019, ben al di sopra della media del 63% dell'Africa subsahariana e tra i più alti del continente. Tra il 2007 e il 2021, il tasso di povertà è calato dal 34,4% a circa il 27%.
Nel 2023, la Tanzania ha continuato a mostrare segni di crescita economica e sviluppo sociale. La Banca Mondiale prevede una crescita del PIL del 5% per l'anno, sostenuta da investimenti in infrastrutture e un ambiente macroeconomico relativamente stabile.
Sul fronte politico, il Paese ha visto una maggiore partecipazione della società civile e un aumento delle pressioni per riforme democratiche. Le elezioni locali del 2023 hanno registrato un'affluenza significativa e sono state viste come un passo positivo verso una maggiore inclusività e trasparenza politica.
La Tanzania rimane un esempio di stabilità politica e sociale nella regione, con una crescita economica continua e progressi significativi nella partecipazione femminile e nella riduzione della povertà. Tuttavia, il Paese deve ancora affrontare sfide significative, tra cui la necessità di migliorare l'accesso all'istruzione e alla sanità, oltre a dover affrontare le disparità nello sviluppo, per garantire uno sviluppo equo e sostenibile per tutta la popolazione.
il contributo italiano
In Tanzania, la presenza storica della Cooperazione Italiana ha rappresentato una componente importante per lo sviluppo del Paese. Gli ambiti d’intervento della Cooperazione Italiana hanno compreso, negli anni, settori cruciali quali l’assistenza sanitaria, lo sviluppo rurale, la sicurezza alimentare, i servizi di base, con un’attenzione particolare alle tematiche di genere. Negli anni recenti, AICS ha giocato un ruolo crescente nel settore della formazione professionale (TVET – Technical and Vocational Education and Training) nell'ottica di mettere un freno alla disoccupazione giovanile e di promuovere imprenditorialità e inclusione sociale, e della statistica.
Esiste nel Paese una incredibile varietà di Organizzazioni della Società Civile (OSC) diffuse in maniera capillare su quasi tutto il territorio nazionale, e che rappresentano un fiore all’occhiello del coinvolgimento del “Sistema Italia”. Attraverso finanziamenti canalizzati dall’AICS, le OSC Italiane hanno permesso di realizzare interventi in settori che vanno dallo sviluppo agricolo alla promozione dei diritti umani, dalla tutela dei minori con disabilità al contrasto all’HIV, AIDS e tubercolosi.