AICS in Tanzania: un’intervista all’ufficio VII dopo la missione di monitoraggio nel Paese

Tra il 5 e il 22 settembre si sono tenute in Tanzania due visite di monitoraggio da parte dell’Ufficio VII dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo. L’Ufficio VII ha infatti la competenza sui progetti promossi realizzati dalle OSC Italiane e ne segue l’intero ciclo di vita, dalla pubblicazione dei bandi al monitoraggio dell’impatto. Un resoconto della prima visita, che ha visto coinvolti la Dottoressa Grazia Sgarra, Dirigente dell’Ufficio VII dell’AICS e il Dott. Stefano del Debbio, è disponibile qui. Al termine della seconda missione, noi di AICS Nairobi abbiamo intervistato le Dott.sse Beatrice Geraci e Rosa Maria Dragone, che hanno effettuato il monitoraggio tecnico di sette iniziative del bando Promossi OSC dell’Agenzia di cui tre anche con monitoraggio amministrativo-contabile.

Grazie per averci dedicato del tempo e per volerci raccontare della vostra missione in Tanzania, paese che pur non essendo al momento prioritario per l’AICS, riveste una grande importanza. Quali sono stati i punti salienti della missione?

La missione è stata particolarmente utile e interessante, ci ha permesso di instaurare un rapporto diretto con persone che, ogni giorno, realizzano le attività di campo. Troviamo che queste missioni siano non solo necessarie, ma anche importanti per creare un ponte, un collegamento, tra gli uffici centrali di AICS e il territorio [1].

Tutti i giorni dell’agenda di missione sono stati salienti. Ci hanno permesso di andare a monitorare non solo i risultati raggiunti di buona parte di progetti conclusi del bando promossi, ma anche di monitorare le attività avviate su 3 progetti approvati con il Bando OSC 2020 che si trovano alla fine della loro prima annualità di realizzazione. Tra gli aspetti più importanti per noi, ci sono stati sicuramente gli incontri con i diversi beneficiari, la loro accoglienza, le loro testimonianze, la manifestazione di ulteriori bisogni da parte delle comunità. Inoltre, sono stati molto interessanti gli incontri fatti con i diversi partner e le autorità locali, che ci hanno fatto comprendere da vicino la loro realtà con grande apertura e trasparenza, sottolineando in particolare l’importanza di garantire la sostenibilità di questi progetti nel tempo. Ci teniamo anche a segnalare, come altro momento saliente della missione, la riunione che abbiamo tenuto a Iringa con molte OSC operanti in Tanzania, che ha visto la partecipazione anche della Dirigente dell’Ufficio VII, Dott.ssa Sgarra. Questa si è rivelata essere un vero momento di utile confronto e scambio tra noi della sede centrale dell’AICS e i rappresentanti della società civile in Tanzania.

 

Grazie mille. Tra i settori prioritari per l’Agenzia nel Paese, ci sono sicuramente l’educazione e l’inclusione delle persone con disabilità. Qual è, a vostro avviso, l’impatto delle iniziative monitorate nel settore?

Onestamente, siamo rimaste colpite molto positivamente da quanto finora realizzato dalle OSC in Tanzania impegnate su questa tematica, verso la quale l’Agenzia stessa dimostra una grande attenzione. Abbiamo potuto constatare come i vari progetti stiano effettivamente apportando dei reali benefici alle singole persone con disabilità, ma non solo. Si sta facendo infatti un grande lavoro di sensibilizzazione comunitaria, sui diritti delle persone con disabilità, sui loro bisogni ma anche sulle loro potenzialità e possibilità. Alcune OSC stanno contribuendo in maniera significativa a realizzare e disseminare l’’approccio RBC (Riabilitazione su Base Comunitaria), ora denominato CBID (Community Based Inclusive Development). Questa sensibilizzazione si sta piano piano integrando anche con le policy messe in atto dalle autorità governative sul tema della disabilità. Fondamentali, a questo riguardo, sono i tavoli tematici e gli incontri che le OSC hanno regolarmente con gli stakeholder nazionali e internazionali. Nonostante sia complesso far integrare le best practices progettuali nelle policy nazionali, abbiamo constatato con piacere che la collaborazione tra i diversi attori hanno contribuito e contribuiscono alla definizione di politiche attuative sul tema della disabilità.

 

Un altro tema importante è quello dell’alimentazione, soprattutto nell’ambito della salute materno-infantile. Quali sono i punti di forza dell’azione delle OSC italiane impegnate in questo ambito?

Il tema della sicurezza alimentare è un tema storico per la cooperazione internazionale in Africa. Anche le nostre OSC impegnate in Tanzania ci lavorano da molti anni. Il principale punto di forza della loro azione ci è sembrato il tipo di approccio adottato sul tema nutrizione, che si rivela essere a 360 gradi (fino ad arrivare a quello One Health). Si va, infatti, dalle tradizionali attività di sensibilizzazione comunitaria e trattamento della malnutrizione, alle vere e proprie formazioni in tema di diversificazione della dieta, valorizzando l’utilizzo di alimenti tradizionali ad alto valore nutrizionale che non sono più in uso nella cucina locale quotidiana. Le attività includono inoltre screening sempre più numerosi e capillari, attività di referral e attività decisamente innovative di Early Child Development, le quali favoriscono un corretto sviluppo cognitivo attraverso il gioco e lo stimolo sensoriale. Il grande lavoro portato avanti dalle OSC in Tanzania su questa tematica ha permesso di raggiungere due importanti risultati. Il primo è l’istituzionalizzazione delle cosiddette “giornate di villaggio” (Village and Health Nutrition Days) promosse dalle nostre OSC. Queste sono state prese in carico direttamente dal governo tanzaniano, che le ha inserite nella propria agenda d’azione e le organizza ogni 3 mesi con il proprio personale sanitario in tutti i villaggi del Paese. Il secondo sono, invece, le continue formazioni rivolte al personale sanitario locale, che hanno permesso di far sì che molti Centri di Salute potessero diventare in grado di gestire casi di malnutrizione infantile nelle aree più periferiche del paese, rendendo dunque il servizio di screening, ed in alcuni casi di cura della malnutrizione, decisamente più capillare.

Un altro settore implementato e che sta producendo risultati molti buoni è quello relativo alla valorizzazione degli orti familiari e comunitari, che attraverso il lavoro degli extensionist locali, predilige tecniche agroecologiche, valorizzando le specie orticole neglette, formando i contadini su tecniche di coltivazione diffusa (anche nei sacchi) e sull’importanza di dotarsi di piccoli allevamenti indispensabili per una alimentazione differenziata e completa.

 

Infine, un’ultima domanda: quali sono le lezioni apprese da questa missione?

La missione ha permesso di far sentire alle OSC operanti sul terreno che l’Agenzia non si pone nei loro confronti come un mero donatore, ma come un partner di sviluppo. Riteniamo che le missioni di monitoraggio possano rivelarsi un utilissimo strumento di conoscenza reciproca, non solo rispetto agli impegni assunti, ma anche rispetto alle soddisfazioni ed alle difficoltà vissute sul terreno tutti i giorni. La missione di monitoraggio, dunque, si configura come un ponte di collegamento e strumento di conoscenza reciproca. Ci siamo inoltre rese conto che tutti i progetti sono stati caratterizzati dal tentativo di realizzare partnership collaborative sia tra le OSC stesse sia con le controparti locali e governative, che in molti casi hanno contribuito a lasciare una buona base di lavoro comune di proseguimento delle attività avviate con i diversi progetti promossi.

Possiamo sicuramente dire che questa è stata una missione lunga ed impegnativa: siamo partite da Dar Es Salam, per arrivare a Dodoma, Iringa, Njombe e poi fino a Songea, per fare ritorno a Dar dopo 16 giorni. Una missione certamente interessante e caratterizzata da uno spirito di grande condivisione con le OSC di quanto da loro fatto fino ad oggi e di quanto ancora hanno in previsione di fare. Vorremmo cogliere l’occasione per esprimere i nostri ringraziamenti a tutte queste OSC per la loro totale disponibilità, collaborazione ed accoglienza dimostrata. Preziosissimo inoltre è stato il supporto in loco del collega Paolo Razzini, antenna AICS basata a Dar es Salaam dell’Ufficio Regionale di AICS Nairobi. Vorremmo infine esprimere un sincero ringraziamento anche all’Ambasciatore d’Italia in Tanzania, S.E. Marco Lombardi, per la sua calorosa accoglienza e per averci introdotto nell’ampio panorama delle diverse realtà e iniziative che la Cooperazione Italiana sta supportando in questo Paese. Asante sana.

Alcune foto della missione delle Dott.sse Beatrice Geraci e Rosamaria Dragone

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[1] In particolare, è stato effettuato il monitoraggio tecnico delle seguenti iniziative:

AID 011901 “No one left behind: diritti e accessibilità ai servizi scolastici e riabilitativi dei minori con disabilità nel distretto di Iringa, in Tanzania” realizzato da IBO

AID 011900 “Nutrendo il futuro: intervento integrato in agricoltura, salute, nutrizione a supporto dei primi mille giorni di mamme e bambini a Iringa e Njombe – TZ” realizzato da CEFA

AID  010922 “ALL INCLUSIVE: Intervento multisettoriale a support dell’integrazione delle persone con disabilità nella regione di Dar Es Salaam – Tanzania” realizzato da CEFA

AID 010929 “FARE in Tanzania” – Fair Agro-Zootechnical Regional Empowerment in Tanzania”, realizzato da COPE

AID 012590/09/1 “SHINE: Sostenere la salute, l’inclusione sociale, l’alimentazione e l’occupazione”, realizzato da Comunità Solidali nel Mondo

AID 012590/09/6 “WE CARE: programma di prevenzione, riabilitazione ed inclusione educativa per bambini e ragazzi con disabilità della regione di Iringa”, realizzato da L’Africa Chiama

AID 012590/08/9 “Diverse Food System: Miglioramento della nutrizione col supporto ad un sistema alimentare diversificato e sostenibile”, realizzato da LVIA Tanzania

 

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