Kenya – Presentati i risultati dello studio propedeutico alla costruzione di una struttura per la gestione sostenibile dei rifiuti

NAIROBI, KENYA – Nella giornata di mercoledì 29 maggio 2019, a margine dei lavori della prima assemblea generale di UN-Habitat, sono stati presentati i risultati dello studio di fattibilità per la chiusura della discarica informale e la costruzione di una struttura integrata di gestione dei rifiuti solidi per la Contea di Kajiado. Alla presentazione hanno preso parte il dott. Vincent Kitio, Chief of Urban Energy Unit di UN-Habitat; la dott.ssa Angela Loi, Primo segretario dell’Ambasciata d’Italia in Kenya; Paolo Damato, Sviluppo urbano e infrastrutture sostenibili presso la Sede AICS di Nairobi.

Il progetto di studio, finanziato dall’Agenzia con un contributo di 300.000 euro a favore di UN-Habitat, ha permesso l’elaborazione di uno studio di fattibilità per la chiusura dell’attuale discarica informale e l’identificazione di soluzioni alternative e sostenibili per la creazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti in un sito alternativo. Tale studio è stato elaborato da un consorzio formato dal Politecnico di Milano, il Technical University of Kenya e LDK Consultants Engineers and Planners – un’agenzia di consulenza greca specializzata nella fornitura di servizi al settore edilizio.

In apertura, la dott.ssa Loi ha auspicato che lo studio possa rappresentare un modello di successo per altri Paesi e città che affrontano le stesse sfide in termini di gestione dei rifiuti urbani e di riqualificazione urbana. In particolare ha sottolineato che, se applicati, i risultati potranno avere potenziali ricadute positive in termini di effetti sociali e ambientali, grazie alla chiusura e alla riqualificazione della discarica di Ngong e a un efficiente sistema integrato di gestione dei rifiuti a livello di Contea.

Nel corso della presentazione, ulteriore enfasi è stata data dal dott. Damato agli aspetti ambientali, sociali ed economici derivanti dalle soluzioni proposte dallo studio. Soluzioni volte a garantire, attraverso la riduzione dell'impatto ambientale, il miglioramento della qualità dell'aria e una gestione più rispettosa dell'ambiente, il diritto a un ambiente pulito e sano, così come prescritto dall'articolo 42 della Costituzione del Kenya e in linea con gli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite numero 11 e 12.

Infine, nell’illustrare nel merito il contenuto dello studio e le diverse alternative proposte, il dott. Kitio ha evidenziato l’approccio partecipato adottato per tutta la durata delle attività. In particolare, ha ricordato le visite sul sito della discarica illegale e gli importanti momenti di partecipazione come gli incontri, convocati dall’amministrazione della Contea di Kajiado, attraverso i quali le comunità locali hanno avuto la possibilità di intervenire, porre domande e dialogare con gli esperti presenti, al fine di comprendere a fondo gli obiettivi progettuali.

Lo studio presentato è propedeutico all’attivazione di un credito d’aiuto del valore di 20,5 milioni di euro, approvato dal Comitato congiunto per la cooperazione allo sviluppo a Novembre 2018 e attualmente in fase di negoziazione con il Governo del Kenya.

> Comunicato stampa (*pdf)

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

Kenya – #Threeyearschallenge: chiusura del progetto AMANI di assistenza familiare e comunitaria

NAIROBI, KENYA – Mercoledì 27 febbraio 2019 presso il Koinonia Mother House Rescue Centre nel quartiere di Riruta, si è tenuto l’incontro conclusivo del progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo “Programma integrato di assistenza familiare e comunitaria a tutela dei diritti di protezione, istruzione e partecipazione delle bambine e dei bambini vulnerabili delle aree suburbane di Nairobi di Kibera e Riruta” (AID 10602), implementato dall’Associazione Amani Onlus insieme alla controparte locale Koinonia Community.

La giornata è iniziata con una mostra fotografica che ha illustrato i risultati principali di questi tre anni di attività progettuale. Grazie al supporto dell’Agenzia e all’impegno delle organizzazioni coinvolte, questo progetto è stato in grado di raggiungere 203 bambini (63 bambine e 140 bambini) e far intraprendere loro un articolato percorso di riabilitazione che spazia dal supporto psicologico, individuale e di gruppo, all’educazione informale e al rafforzamento di competenze relazionali e sociali. Per cercare di affrontare alla radice queste situazioni di forte disagio ed emarginazione sociale, il progetto ha lavorato non solo con i minori, ma anche a stretto contatto con le famiglie. In particolare, sono state supportate 155 nuclei familiari attraverso sessioni di terapia, formazione professionale ed empowerment economico. Tale supporto ha reso possibile la reintegrazione di 142 minori. Infine, grazie al progetto sono stati formati 120 giovani in situazione di particolare vulnerabilità.

All’evento hanno partecipato diversi beneficiari: una trentina di bambini che, durante questi ultimi tre anni, hanno intrapreso il percorso di riabilitazione presso il Mother House Rescue Centre a Riruta o presso il centro di Ndugu Mdogo a Kibera, altri minori delle case di accoglienza Amani/Koinonia di Tone la maji, Casa di Anita, Kivuli Centre; alcuni genitori che durante il progetto sono stati coinvolti in seminari, incontri e corsi di formazioni professionale; giovani vulnerabili, anch’essi beneficiari di corsi di formazione professionale e, infine, insegnanti di alcune scuole della zona con cui il progetto ha collaborato. Erano inoltre presenti un rappresentante della sede AICS di Nairobi e due rappresentanti istituzionali della Contea di Nairobi che si sono congratulati con le organizzazioni per i risultati raggiunti. La giornata è proseguita con danze, canti, rappresentazioni teatrali e acrobatiche. Un vero e proprio giorno di festa e scambio.

> Comunicato stampa (*pdf)

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

 

Tanzania – Inaugurazione del centro “Kila Siku” nell’ambito del progetto “ALL-INCLUSIVE”

DAR ES SALAM, TANZANIA – Giovedì 14 febbraio 2019 si è svolta la cerimonia d'inaugurazione del centro di riabilitazione per bambini con disabilità "Kila Siku" ("ogni giorno" in Swahili), finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e realizzato dalla ONG italiana Comunità Solidali nel Mondo, partner del CEFA nell'ambito del progetto "All Inclusive: Intervento multi-settoriale a sostegno dell'integrazione delle persone con disabilità nella regione di Dar es Salaam" (AID 10922).

Collocata in un’area messa a disposizione dalla Congregazione "Suore della Carità Immacolata Concezione D'Ivrea" nel distretto di Kinondoni, la struttura dispone di spazi appositamente allestiti ed attrezzati per accogliere soggetti con disabilità interventi socio-educativi, socio-riabilitativi e assistenziali, mirati al miglioramento della qualità della vita del minore con disabilità e della sua famiglia. All'interno del centro sarà operativa un'equipe multidisciplinare, composta da diverse figure professionali formate nel corso del progetto: fisioterapisti, educatori, assistenti sociali, pedagogisti e personale sanitario. A oggi, sono 181 i bambini per i quali è stata richiesta assistenza.

A presiedere alla cerimonia d'inaugurazione, la Ministra della sanità tanzana Ummy Mwalimu e l’Ambasciatore d’Italia Roberto Mengoni, in presenza del personale di progetto insieme a tanti genitori e bambini con disabilità. Nel suo intervento la Ministra ha espresso sincera gratitudine per l'impegno della cooperazione italiana a favore della tutela della salute in Tanzania, elogiando il contributo tangibile e concreto allo sviluppo del sistema sanitario della Tanzania e, in particolare, il ruolo rivestito dal centro al fine di dare risposte qualificate ai bisogni di migliaia di bambini e concorrendo, in tal modo, a colmare una grave lacuna che a oggi si registra nell'assistenza sanitaria.

> Comunicato stampa (*pdf)

> "Inaugurato centro di riabilitazione su base comunitaria" (link esterno)

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

Kenya – Scout e Cooperazione italiana, un incontro per raccontarsi ed esplorare terreni comuni

Nairobi – Nella giornata di venerdì 3 agosto un gruppo di trenta scout provenienti dalle regioni Campania, Marche e Puglia ha incontrato l’ambasciatore d’Italia in Kenya Mauro Massoni e la titolare della sede AICS di Nairobi Teresa Savanella. Nel corso dell’incontro i ragazzi hanno potuto raccontare la propria esperienza nel campo scout organizzato grazie alla collaborazione tra Agesci e Huipalas Onlus, oltre ad approfondire la conoscenza del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo e, in particolare, delle attività dell’Agenzia in Kenya.

Il campo congiunto Agesci-Huipalas ha permesso al gruppo scout, attivo nella zona periferica dell’area metropolitana di Bari e nella città di Modugno, di vivere un’esperienza di grande spessore educativo nelle periferie di Nairobi, insieme al gruppo locale Korogocho Open Troop. Un’esperienza che ha reciprocamente arricchito i partecipanti, permettendo loro di mettersi alla prova e conoscere nuove realtà, persone e culture, per cambiare il modo di vedere il mondo e diventare, in prima persona, agenti consapevoli del cambiamento.

Il gruppo ha trascorso la prima settimana presso il campo scout Kijiji - "piccolo villaggio" in Swahili - inaugurato lo scorso febbraio alla presenza dell’ambasciatore Massoni e della dott.ssa Savanella nell'ambito attività di supporto alle comunità locali e d sensibilizzazione su tematiche ambientali.

L'incontro ha offerto l'occasione per illustrare i caratteri fondamentali del quadro socio-politico del Kenya e del sistema italiano di cooperazione allo sviluppo, portando a una discussione costruttiva su temi particolarmente importanti come i settori prioritari di intervento, l’efficacia dello sviluppo, il ruolo dei ministeri e della società civile, la sostenibilità ambientale e il supporto alle comunità del territorio. Al termine dell'incontro, il gruppo scout ha raggiunto le aree di Kariobangi e Korogocho per ulteriori attività nelle comunità locali.

Frutto di un impegno condiviso e di una sensibilità comune per il dialogo con la società civile da parte dei titolari dell'ambasciata e della sede AICS, l’iniziativa ha voluto creare un'opportunità di scambio di esperienze e buone pratiche tra attori che sono chiamati a far parte di un sistema di cooperazione plurale, aperto ed efficiente.

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

 

 

CUAMM, i primi cinquant’anni di impegno per la salute e la sicurezza alimentare in Tanzania

Dar Es Salaam - La promozione della salute riproduttiva, materna, neonatale e infantile a livello comunitario ha costituito sin dal 1968 un impegno di grande valenza per il Cuamm in Tanzania, che quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario dall’inizio delle attività in questo Paese. Un lavoro lungo e impegnativo che ebbe inizio a pochi anni dall’indipendenza (1961) con l’invio dei primi medici presso gli ospedali missionari di Ikonda e Tosamaganga e che da allora esprime un contributo di grande rilievo nell’ambito della promozione e tutela della salute.

Il primo programma sanitario realizzato dal Cuamm in Tanzania, con il sostegno della Cooperazione italiana, risale al 1977. Da allora oltre 300 medici sono partiti per la Tanzania con il Cuamm e oggi l’organizzazione è presente nelle regioni di Dodoma, Inringa, Njombe, Morogoro, Ruvuma, Shinyanga e Simiyu con 140 operatori tra medici e cooperanti, sia tanzani che italiani e di altre nazionalità europee.

I festeggiamenti per l’importante anniversario hanno avuto luogo presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia in Tanzania Roberto Mengoni. Hanno partecipato all'evento, insieme al direttore don Dante Carraro, alti funzionari del ministero tanzano della Sanità a livello centrale e regionale, il vescovo di Iringa ed ex presidente della conferenza episcopale della Tanzania, mons. Tarcisius JM Ngalalekumtwa, funzionari UNICEF, operatori espatriati e locali dell’organizzazione in Tanzania, e  una nutrita rappresentanza di volontari di altre Osc italiane che collaborano con Cuamm.

Con oltre 1.200 casi di malnutrizione acuta trattati nell’ultimo anno, il Cuamm è in prima fila tra le organizzazioni italiane impegnate nella lotta alla malnutrizione infantile, anche grazie al sostegno ricevuto dall’AICS per la realizzazione del progetto di “Sostegno integrato per il diritto all’acqua, igiene e nutrizione in Tanzania centrale” che vede l’Osc italiana LVIA nel ruolo di capofila. L’obiettivo specifico del progetto, sostenuto dall'Agenzia con un contributo di 1,2 milioni di euro, è quello di contribuire in modo durevole al miglioramento della qualità e della governance dei servizi idrici, di igiene e di nutrizione, a favore di circa 40mila residenti nelle regioni di Dodoma e Iringa. Tra le attività previste dall'iniziativa rientra la formazione del personale delle strutture ospedaliere e dei Community Health Workers, che sono incaricati della sensibilizzazione a livello di comunità sui comportamenti da adottare per prevenire la malnutrizione, oltre che dell’identificazione e del riferimento dei casi di Severe Acute Malnutrition (SAM) alle strutture sanitarie.

Le attività in ambito nutrizionale promosse dal Cuamm comprendono la formazione di operatori sanitari di villaggio addetti alle attività di screening, la formazione del personale sanitario della regione di Iringa sulla diagnosi e il trattamento della malnutrizione, la fornitura di alimenti terapeutici per l'assistenza dei bambini malnutriti e l'erogazione di servizi specialistici per il trattamento dei casi più complicati.

La struttura di riferimento regionale si trova nell’ospedale di Tosamaganga, che riceve una media di 200 casi di malnutrizione infantile acuta all’anno. Presso il medesimo ospedale, il Cuamm promuove dal 2012 il programma “Prima le mamme e i bambini”  che intende garantire alle donne il diritto al parto assistito, oltre che l’assistenza sanitaria e nutrizionale per tutto il periodo che va dall’inizio della gravidanza ai primi due anni di vita dei bambini. Tra i principali servizi offerti dall’ospedale si annoverano la chirurgia d’urgenza e l’ostetricia. Servizi, dunque, di assistenza medica specialistica che l’ospedale è in grado di erogare anche grazie alla presenza di personale sanitario italiano garantita dal Cuamm.

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

 

Consegnati i primi grant alle imprese partecipanti all’acceleratore E4Impact

Nairobi - Nella giornata di mercoledì 30 gennaio 2019, presso la sede dell’acceleratore di impresa E4Impact a Karen (Nairobi), sono stati consegnati i primi contributi ad alcune delle venti imprese selezionate, a giugno scorso, nell’ambito del progetto. In totale, quasi 40 milioni di Scellini kenioti (circa 34.000 Euro), sono stati assegnati a sette delle dodici imprese che hanno preso parte a questo primo gruppo. A giudicare le idee imprenditoriali meritevoli di finanziamento è stato un panel di cinque membri provenienti dalla Sede AICS di Nairobi, dal National Environmental Trust Fund e da agenzie private quali Grand Challenges Africa, NetBizImpact e Victoria Venture.

Supportati dai mentori dell’Acceleratore, ciascuno degli imprenditori partecipanti al “Pitching Day” ha avuto a disposizione sette minuti di tempo per illustrare le motivazioni a sostegno della richiesta di finanziamento, nonché dare una panoramica sul proprio modello di impresa, sui risultati raggiunti nei mesi precedenti e sugli obiettivi futuri. Al termine di ciascuna presentazione i giudici hanno avuto a disposizione cinque minuti per interagire con gli imprenditori così da comprendere meglio diversi aspetti delle attività imprenditoriali sottoposte a loro giudizio.

Nello spirito di interazione “a tripla elica” tra settore pubblico, privato e della ricerca, attraverso questo primo “Pitching Day” si è così attivato il fondo di investimento filantropico, interamente a carico di ENI, quale servizio dell’Acceleratore a sostegno delle idee imprenditoriali più meritevoli e con il maggior potenziale di crescita. Una successiva tornata di erogazione per le restanti imprese è prevista per il mese di marzo 2019.

> Comunicato stampa (*pdf)

 

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

Si accende la tripla elica dello sviluppo: al via le prime 20 iniziative dell’incubatore E4Impact

Nairobi - Venti idee imprenditoriali avranno accesso ai servizi dell’incubatore di impresa E4Impact, frutto di un progetto elaborato dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, cofinanziato dall’Agenzia e implementato dalla sede di Nairobi della Fondazione E4Impact. L'iniziativa si configura come un incubatore (start-up) e acceleratore (scaling-up) di impresa per promuovere l’imprenditorialità - in particolare femminile e ad alto impatto sociale/ambientale - per creare opportunità di occupazione giovanile e stimolare l’apertura all’internazionalizzazione delle nuove imprese.

L’incubatore rappresenta un'attuazione dell’approccio cosiddetto “a tripla elica” che mette in relazione i tre attori principali coinvolti nei processi innovativi  - università/enti di ricerca, impresae e istituzioni - e la nuova concezione dello sviluppo dell'Agenda 2030 che attribuisce un ruolo fondamentale al settore privato e alla crescita di una classe imprenditoriale locale. In questa ottica, sono partner dell’iniziativa due soggetti pubblici - Jomo Kenyatta University of Agriculture and Technology (JKUAT) e Micro Enterprise Support Program Trust (MESPT) afferente al Ministero dell’Industria – e due soggetti privati - Tangaza University College (TUC) e Kenyan National Chamber of Commerce and Industry (KNCCI).

Alla cerimonia di presentazione delle 20 idee selezionate, il 13 giugno scorso, hanno partecipato  l'ambasciatore in Kenya Mauro Massoni, la titolare dell'Ufficio AICS di Nairobi Teresa Savanella, il Principal Secretary per il Vocational and Technical Training Kevit Desai, il CEO della Fondazione E4Impact Mario Molteni e il manager E4Impact per l’Africa Orientale David Cheboryot.

Le idee di impresa, operanti principalmente in settori di eccellenza delle imprese italiane quali l’agroalimentare, la pelletteria e la moda, sono state selezionate su oltre 250 candidature attraverso un processo competitivo che ha tenuto conto di elementi quali il modello di business, la competenza del capitale umano, l’impatto del contributo da parte dell'acceleratore e le potenziali opportunità per investimenti futuri. A dimostrazione dell’alta partecipazione da parte della società civile locale e italiana, diverse delle venti imprese selezionate si focalizzano sulle comunità locali, attraverso un approccio partecipativo in grado di coinvolgere le persone e favorire lo sviluppo della dello stesso gruppo comunitario.

L’ambasciatore Massoni ha ricordato come il motivo per cui l’incubatore si concentri sulle aree di eccellenza italiane sia dato dalla volontà di condivisione, con le imprese keniane, di quegli errori commessi e di quei successi ottenuti che hanno permesso alle imprese italiane di essere conosciute a livello globale.

Teresa Savanella ha sottolineato come, in linea con la normativa che regola la Cooperazione italiana, sia prevista la più ampia apertura del sistema italiano nella ricerca di opportunità di collaborazione con diversi attori dello sviluppo quali società civile, università e settore privato – in particolare le imprese sociali. Inoltre, ha augurato che il progetto possa produrre un ambiente di apprendimento favorevole anche grazie alla possibilità per il settore privato italiano di fornire il proprio know-how per sostenere la creazione di posti di lavoro dignitosi.

Durante la fase di realizzazione, le start-up locali saranno collegate con aziende italiane operanti in settori affini al fine di garantire un apprendimento dei modelli di business e condividere le migliori pratiche da poter applicare in Kenya. Inoltre, le imprese avranno accesso a fondi per lo sviluppo delle proprie idee imprenditoriali e l'accesso a servizi di consulenza professionali in marketing, assistenza legale e contabilità. Per l’intero processo di incubazione, le imprese potranno accedere alle strutture dell’incubatore, oltre a ricevere coaching e tutoraggio internazionale e locale.

Tra le idee, particolare nota merita l’incubatore sociale Jikaze Utafulu - Impegnati e avrai successo, presentato dalla ong italiana SVI attraverso il progetto No one out! che si concentra sulla lotta alla criminalità, alla prostituzione e all'uso di droghe attraverso programmi di microfinanza che permettano il potenziamento delle imprese esistenti e l’erogazione di borse di studio per i più bisognosi.

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

 

Una meta comune per gli attori del sistema cooperazione, le Ong italiane si raccontano

Nairobi - Nella giornata di lunedì 4 giugno, a ridosso della festa della Repubblica che a Nairobi è stata celebrata presso la residenza dell’ambasciatore d’Italia, è stata presentata la pubblicazione “Nia moja, One aim, Una meta – Experiences of Italian NGOs in Kenya”. Alla presentazione, in uno stand dedicato alle Ong italiane operative nel Paese, hanno partecipato l'ambasciatore Mauro Massoni, la titolare della sede AICS di Nairobi Teresa Savanella, rappresentanti delle Ong coinvolte e autorità governative nazionali e locali.

Gli ospiti hanno avuto occasione di interagire con i rappresentanti delle Ong italiane presenti allo stand, sfogliare la pubblicazione, conoscere le attività promosse dagli attori della Cooperazione italiana e visitare una mostra fotografica che ha ripercorso le attività più significative delle organizzazioni presenti nel volume.

La pubblicazione, prodotta grazie al contributo della sede AICS di Nairobi e nata in seno agli incontri regolari tra OSC, Agenzia e Ambasciata, è stata il frutto della volontà comune di creare un testo che raccogliesse e raccontasse a un pubblico più ampio possibile le attività di supporto e sviluppo portate avanti delle organizzazioni della socità civile operanti in Kenya. Il titolo stesso intende rimarcare l’obiettivo programmatico di una "meta comune" attraverso la traduzione in tre lingue diverse ma legate tra loro - swahili, inglese, italiano - della medesima parola.

Con le prefazioni a cura dell’ambasciatore Massoni e della dott.ssa Savanella, il volume descrive l’esperienza delle organizzazioni italiane in Kenya e le attività portate avanti attraverso infografiche sulle aree di intervento, attività e finanziamenti, oltre a schede riassuntive dedicate a 30 Ong italiane.

Il supporto alla pubblicazione da parte di AICS Nairobi si inquadra nelle attività portate avanti sia nell’ambito dell’iniziativa “Inclusive Development Partnership”, sia nell'attuazione delle linee programmatiche dettate dalla legge 125/2014, finalizzate alla promozione di sinergie e partenariati tra i diversi attori di un sistema di cooperazione plurale ed efficiente.

• Nia Moja - One aim - Una meta

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

 

Salute a scuola, interventi efficaci per migliorare gli ambienti e un partenariato che funziona

Kiserian – Il 30 maggio scorso si è tenuto presso la Primary School di Kiserian un evento pubblico per festeggiare gli obiettivi raggiunti dal Kenya Comprehensive School Health Program, iniziativa nel settore educativo-sanitario cofinanziata dall’Agenzia per un importo di 700mila euro e realizzata dall'organizzazione World Friends.

Insieme agli studenti dell’istituto scolastico hanno partecipato alla giornata i rappresentanti dei dipartimenti di salute e istruzione della Contea di Kajiado, gli insegnanti e i membri dei consigli delle scuole beneficiarie, la titolare della sede AICS di Nairobi Teresa Savanella, gli operatori di World Friends e i rappresentanti del partner locale Jukumu Letu Organization.

Il progetto, avviato nel 2015 e orientato a sostenere le politiche governative del Kenya in materia di salute scolastica (Kenya Comprehensive School Health Policy), ha visto la realizzazione di interventi in campo educativo, agricolo e sanitario attraverso attività di sensibilizzazione su temi di salute, nutrizione, igiene, sicurezza e ambiente, accanto alla costruzione di cucine e servizi igienici e alla fornitura di serbatoi d'acqua e pompe in cinque scuole della contea.

Nel proprio saluto, Savanella ha espresso l'auspicio che il modello di partenariato tra istituzioni pubbliche, organizzazioni italiane e partner locali che è stato affermato e consolidato nel corso del progetto possa essere replicato in altri contesti per migliorare l'efficacia e massimizzare l'impatto delle risorse pubbliche dedicate allo sviluppo. La collaborazione tra i soggetti coinvolti nelle diverse attività si è rivelata particolarmente efficace e ha consentito di sviluppare una serie di buone pratiche che potranno essere ulteriormente valorizzate nell'attuazione della Kenya Comprehensive School Health Policy.

Grazie alle sinergie tra le diverse realtà coinvolte e alla costruzione di relazioni solide con le comunità locali - elementi chiave per promuovere condizioni favorevoli alla sostenibilità - è stato possibile accompagnare il percorso della Contea nell’avvicinamento agli obiettivi posti dalle istituzioni governative in materia di salute in ambito scolastico e, al contempo, fornire servizi migliori e ambienti di apprendimento sicuri per gli insegnanti e gli alunni di Kajiado.

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande

 

“Kilimo Ni Swag”, l’agricoltura tira e può offrire ai giovani opportunità interessanti

Kiambu – Il 24 marzo scorso si è tenuto il lancio ufficiale del progetto Reducing the adverse drivers of migration through local value chain development, un intervento di sviluppo rurale finanziato dall'Agenzia con 1,5 milioni di euro e implementato dalla FAO in collaborazione con il governo della contea di Kiambu. Hanno partecipato all'iniziativa il governatore della contea di Kiambu, Ferdinand Waititu, l'ambasciatore d’Italia in Kenya, Mauro Massoni, la titolare della sede AICS di Nairobi, Teresa Savanella, e il rappresentante della FAO in Kenya, Gabriel Rugalema.

Il progetto si propone affrontare le cause profonde dell'emigrazione dei giovani dalla contea di Kiambu, un'area peri-urbana con un vivace settore agricolo, verso la città di Nairobi. Attraverso attività di supporto all’imprenditorialità e di sviluppo delle catene del valore in agricoltura, il progetto contribuirà alla creazione di posti di lavoro e promuoverà l'innovazione di filiera, coinvolgendo circa quattromila persone. L'intervento andrà a rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese e a facilitare la produzione orientata al mercato tramite lo sviluppo delle capacità di trasformazione del prodotto e la promozione del relativo valore aggiunto.

Un'attenzione particolare sarà rivolta ai giovani e alle donne, favorendo l’inclusione delle fasce più deboli attraverso opportunità d’impiego in loco e la crescita di attività imprenditoriali già esistenti nel settore. L’intervento, dunque, si allinea con due delle aree prioritarie della Big Four Agenda del presidente Kenyatta: la creazione opportunità di lavoro per i giovani e il miglioramento della sicurezza alimentare nel Paese.

Nel sottolineare l’importanza di un progetto nato da una proposta delle autorità locali in risposta a un problema concreto, l’ambasciatore Massoni ha evidenziato come l’Italia costituisca un partner strategico per il Kenya, "un partner amico, che non impone idee e soluzioni, ma che collabora e accompagna le istituzioni in un viaggio comune per lo sviluppo e la trasformazione del Paese. Il successo di questo progetto – ha poi aggiunto – potrà cambiare il paradigma e aprire la strada a collaborazioni future, su simili progetti, con il coinvolgimento delle OSC italiane, del settore pubblico e di quello privato, sia italiano che keniota."

Sulla scia del motto in Swahili “Kilimo Ni Swag” - l'agricoltura è cool - tutte le parti coinvolte hanno affermato l'impegno di trasformare l'agricoltura in un'attività interessante e attrattiva per i giovani, con l'obiettivo di far sì che le persone più vulnerabili della contea possano trovare un mezzo di sostentamento autonomo, riducendo la migrazione dei giovani a causa di fragilità economiche o sociali.

Map

Fare clic per aprire una mappa più grande