Nairobi - Il 31 gennaio 2017 la Comunità di Sant’Egidio e la Cooperazione italiana hanno promosso un convegno sul tema “Achieving 90 - 90 - 90 in Kenya”. L’iniziativa ha offerto un’occasione per condividere esperienze e lezioni apprese nella cura e diagnosi dell’HIV attraverso la più che decennale esperienza del programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition) in dieci Paesi africani. Sono intervenuti l’Ambasciatore italiano Mauro Massoni, l’Ambasciatore irlandese Vincent O’Neill e la titolare della sede AICS di Nairobi Teresa Savanella, oltre ai rappresentanti dei partner del progetto “Improving Retention in HIV/AIDS Programs in Kenya”, esponenti delle autorità locali e della società civile.
Dai difficoltosi esordi in Mozambico nel 2002, quando ancora le terapie per l’HIV erano limitate ai Paesi più avanzati e sembrava un'utopia portarle nel continente africano, a partire dal 2005 il programma si è allargato al Kenya, dove il programma si concentra nella città di Nairobi e nelle contee di Meru, Tharaka- Nithi ed Embu. Le attività consistono nella gestione di centri altamente specializzati per la diagnosi, coadiuvata da azioni di sensibilizzazione per una diagnosi precoce e per il monitoraggio dell’infezione nella popolazione sieropositiva. Attività specifiche vengono realizzate per le fasce d’età e categorie di beneficiari particolarmente vulnerabili: donne, partorienti, bambini e adolescenti. Oggi il programma ha in cura più di 7mila pazienti, nei diversi centri del Paese, e offre le migliori possibilità di terapia attraverso la strumentazione innovativa di cui i laboratori sono dotati. Un ruolo di primissimo piano è svolto dagli operatori, tutti locali, che lavorano nei centri e garantiscono un’altissima precisione nella terapia.
Il Kenya ha aderito alla strategia globale mirata a raggiungere entro il 2020 il 90% fra le persone sieropositive coscienti del proprio staus, il 90% fra i sieropositivi sotto terapia anti-retrovirale e, fra questi ultimi, il 90% con una soddisfacente soppressione virologica. Per raggiungere questi obiettivi è necessario concentrare gli sforzi nelle campagne di sensibilizzazione per i test, nell’aumentare la disponibilità dei medicinali anti-retrovirali e nel facilitare l’aderenza alla terapia lungo tutto l’arco della vita delle persone HIV positive. In questo senso i dati raccolti nell’ambito dei centri DREAM - sia in Kenya sia negli altri Paesi africani dove è presente - sono molto incoraggianti. La chiave del successo risiede – come è stato evidenziato nel corso del convegno da tutti i relatori – nella capacità di DREAM di mobilitare reti e partenariati, convogliando risorse umane e finanziarie, conoscenze e competenze verso un sogno che negli anni si sta trasformando in realtà.