Dal Buio alla Speranza: Storie di donne che lottano per sconfiggere la mutilazione genitale femminile

Jennifer aveva solo 11 anni quando la sua vita cambiò per sempre. Quella sera, mentre il buio avvolgeva la sua comunità, i suoi genitori decisero che sarebbe stata sottoposta alla mutilazione genitale femminile (MGF). Stava tornando da scuola con sua sorella, quando capì che qualcosa di strano stava per succedere: c’era troppa gente intorno alla sua casa, voci concitate, il villaggio e gli anziani. Dopo averla portata in casa, cercarono di legarla, ma lei, con tutta la forza e il coraggio che un'anima giovane può trovare, riuscì a sfuggire. Ricorda la madre che andò a prendere una lametta, il padre che la picchiava, le urla della famiglia e la sua corsa disperata verso la foresta. Nel silenzio della notte, nascosta tra gli alberi, ascoltava gli elefanti passare e le parole degli abitanti del villaggio che la cercavano, mentre pregava, piangendo.

Quella fuga segnò l’inizio di un lungo esilio. Trovò rifugio da uno zio e sua moglie, che la nascosero per giorni, ma non poté più tornare a casa. Passarono 13 anni prima che potesse rivedere la sua comunità, la sua amata famiglia. Suo padre era già morto, e con lui era svanita la possibilità di una riconciliazione. E proprio qui inizia la sua storia di attivismo.

Siamo a Narok, non lontano dalla riserva naturale del Masaai Mara, uno dei parchi più famosi del Kenya, ad assistere alle ultime battute di un corso di formazione[1] organizzato da We World per alcuni insegnanti provenienti da tutta la Contea di Narok, sui temi della salute sessuale e riproduttiva. Jennifer è una di queste insegnanti, una di quelle per cui essere a questo corso rappresenta più di una semplice lezione, ma una battaglia personale.

Non è sola in questa battaglia. A Narok, Sereti Nabaala, sopravvissuta alla MGF, guida il Mara Girls Summit, un evento annuale che unisce le comunità locali nella lotta contro la mutilazione. Il summit, che quest’anno ha accolto oltre 120 giovani donne, non è solo un’occasione di confronto: rappresenta un rito di passaggio alternativo, una pratica simbolica che segna il passaggio delle ragazze all’età adulta, rispettando le tradizioni ma rifiutando la violenza.

Nonostante il calo del tasso di MGF in Kenya, passato dal 21% nel 2014 al 15% nel 2022, la strada da percorrere è ancora lunga, soprattutto nelle regioni settentrionali dove la pratica è ancora diffusa. La mutilazione non è solo un problema culturale, ma una violazione dei diritti fondamentali delle donne, legata a credenze culturali e sociali profonde. Il ruolo di persone come Sereti e Jennifer è essenziale per cambiare le cose.

Al Mara Girls Summit, abbiamo partecipato alla marcia contro questa pratica dannosa: l’energia di queste ragazze, ora donne, i loro sorrisi, i loro canti e balli sono una luce di speranza verso un futuro diverso, migliore.

La strada è però ancora lunga, e il cambiamento richiede il contributo di tutti.  Queste storie di coraggio ci ricordano che, anche nelle situazioni più difficili, è possibile costruire un domani migliore. Ogni voce che si alza, ogni persona che dice “no”, ogni comunità che sceglie di cambiare rappresenta una speranza per milioni di donne. Il cambiamento inizia da un singolo passo, ma si trasforma in una marcia collettiva verso la libertà, e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, in questi 16 giorni di attivismo, è fiera di essere parte di questo cammino.

 

[1] Il corso è organizzato nell’ambito dell’Iniziativa “Women Empowerment, Environment & Health Support” (AID 12835), finanziata da AICS e realizzata da We World. Le attività, partite il 1° luglio 2024, vengono realizzate nella Contea di Narok, che è una delle Contee Aride e Semi Aride (ASAL) del Kenya e si concentrano sulla prevenzione della violenza di genere e delle pratiche dannose, sensibilizzando gli studenti sui loro diritti sessuali e riproduttivi e formando le istituzioni locali per migliorare l'accesso ai servizi essenziali. I beneficiari stimati sono circa 22.000 individui.

Nairobi: AICS organizza il primo incontro del Development Partners’ Gender Group

Il 19 novembre 2024 si è tenuto a Nairobi il primo incontro del Development Partners’ Gender Group (DPGG), organizzato dall’Ufficio regionale di Nairobi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in qualità di coordinatore. Questo gruppo rappresenta un forum per il dialogo strategico sulle tematiche di genere e l’emancipazione delle donne e coinvolge diversi partner, tra cui donatori, agenzie internazionali, autorità governative e società civile. Il DPGG si riunisce ogni due mesi e, di recente, ha visto un cambio di leadership, con l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) di Nairobi che ha assunto il ruolo di coordinamento, insieme alla Cooperazione finlandese e UN Women. L’obiettivo principale degli incontri è quello di armonizzare le attività dei diversi attori e promuovere sinergie per favorire l’uguaglianza di genere in Kenya.

A pochi giorni dal lancio della campagna internazionale dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, è emerso con chiarezza il ruolo cruciale di coordinamento che questo forum svolge tra i diversi attori. È stato, infatti, elaborato un calendario condiviso di attività che permetterà un miglior coordinamento sul territorio. L’incontro è stato inoltre ricco di contenuti: il Dipartimento del Genere e dell’Azione Affermativa del Kenya ha presentato le sue priorità programmatiche, mentre l’Association of Intersex Parenthood Kenya, un’organizzazione della società civile che difende i diritti delle persone intersex, ha avuto l'opportunità di illustrare il proprio lavoro.

Con una visione di leadership inclusiva, collaborazione e coordinamento multisettoriale, l’ufficio di Nairobi si impegna a promuovere solidi partenariati con organizzazioni locali, governo e altri attori di sviluppo nel settore dell’uguaglianza di genere. Questo tema, infatti, assieme alla lotta contro la violenza di genere, sono al cuore della missione della Cooperazione italiana in Kenya, e il ruolo di coordinamento del DPGG assunto da AICS Nairobi ne testimonia ancora una volta l’importanza.

Inaugurazione del laboratorio del caffè segna un nuovo traguardo nel partenariato tra Italia e Kenya

Kiambu, 18/03/2024 - Oggi il Direttore dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), Marco Riccardo Rusconi, ha preso parte alla cerimonia di consegna e inaugurazione di un laboratorio di caffè nella Contea di Kiambu, finanziato dalla Cooperazione Italiana nell'ambito del progetto Arabika. Questo evento, tenutosi presso la ‘Kiambu Coffee Growers Cooperative Union’, ha visto la presenza del Titolare della Sede Aics di Nairobi, Giovanni Grandi, e di diversi stakeholder e partner, tra cui il governo locale, Agenzie delle Nazioni Unite e rappresentanti di Lavazza e Illy. Il caffè è un elemento centrale dell’economia del Kenya, sostenendo oltre un milione di famiglie.

Negli ultimi anni, il Kenya ha assistito a un notevole aumento dei consumi locali, riflettendo il cambiamento delle preferenze dei consumatori e presentando nuove opportunità di crescita economica e creazione di posti di lavoro. L'inaugurazione del laboratorio del caffè nella contea di Kiambu segna una tappa significativa in questa partnership: dotato di macchine per la tostatura e strumenti per l'estrazione del caffè, il laboratorio avrà un ruolo importante nel migliorare la qualità e la competitività del caffè keniano.

L’iniziativa si inserisce nel ‘Kenya-Italy Sustainable Development Partnership’ lanciato nel 2023 insieme alle autorità keniane: si tratta del documento strategico che indica la linea d’azione della Cooperazione Italiana con il Kenya per i prossimi cinque anni, definendo un quadro programmatico indicativo di ampio respiro nella cooperazione tra i due Paesi.

Durante la cerimonia, il Direttore Aics Marco Riccardo Rusconi ha sottolineato l'importanza dello scambio di conoscenze nel favorire un cambiamento positivo. Nel rimarcare il ruolo dell'esperienza italiana nella coltivazione, nella tostatura e nel controllo qualità del caffè, ha ribadito l'impegno dell'Italia nel sostenere il viaggio del Kenya verso l'eccellenza del caffè.

Giovanni Grandi, Titolare della Sede regionale di Nairobi dell'AICS, ha sottolineato l'importanza del supporto tecnico e del rafforzamento delle capacità offerto dall'Italia, aggiungendo che la presenza delle principali aziende italiane del caffè, Lavazza e Illy, testimonia il potenziale per legami più forti tra produttori di caffè italiani e keniani.

 

*** Background info

L'iniziativa "Arabika: Rilancio della produzione di caffè Gourmet in Kenya" è finanziata dall’AICS in Kenya e viene realizzata attraverso le Organizzazioni della Società Civile CEFA, Fondazione AVSI e con la collaborazione di E4Impact. L’iniziativa, al quarto anno di realizzazione, interessa tutta la filiera del caffè, con l’obiettivo di migliorare il reddito e la resilienza dei piccoli produttori nelle comunità rurali e di aumentare l’inclusione lavorativa delle donne e dei giovani. In pratica, si intende migliorare l’accesso ai mercati, sia a livello locale che globale, garantendo una produzione sostenibile e un maggior ritorno economico per i piccoli caffè cultori. Arabika, frutto di un dialogo iniziato già nel 2018 tra le controparti italiane e kenyane, è in linea con le strategie di sviluppo della filiera del caffè del governo kenyano e delle contee. Arabika si realizza in sette contee, coinvolgendo 21 cooperative di produttori che raggruppano oltre 40.000 piccoli coltivatori di caffè. Tra i principali risultati raggiunti, si segnalano la ristrutturazione di sette laboratori per la degustazione di caffè con importanti interventi infrastrutturali e la dotazione di macchinari ed equipaggiamenti innovativi, la formazione di centinaia di formatori, agricoltori e manager di cooperative.

Blue economy in Kenya: si conclude il capitolo italiano di Go Blue

Watamu, 19 novembre 2024 – Si è concluso oggi a Watamu, nella Contea di Kilifi, l’evento finale della componente italiana del Programma Go Blue, finanziato dall’Unione Europea (UE) e realizzato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) con il supporto tecnico dell'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (CIHEAM Bari). All’evento hanno partecipato l’Ambasciatore d’Italia in Kenya Roberto Natali, l’Ambasciatrice UE in Kenya Henriette Geiger, i governatori e i rappresentanti delle contee costiere partner dell’iniziativa, nonché rappresentanti dell’Ufficio di Nairobi dell’AICS, tra cui il titolare Giovanni Grandi, del CIHEAM Bari ed esponenti delle comunità locali di pescatori e piccoli agricoltori.

“Il Programma Go Blue testimonia l’impegno dell’Italia con l’Unione Europea per uno dei settori, quello dello sviluppo costiero, dove siamo riconosciuti come eccellenza”, ha dichiarato l’Ambasciatore Natali. “Attraverso questa collaborazione, l’Italia ha fornito strumenti concreti per rafforzare le capacità locali e generare opportunità economiche per le comunità costiere, contribuendo alla prosperità della regione”.

Con un budget di 4.750.000 Euro, l’iniziativa, di durata quadriennale, ha avuto un impatto diretto sullo sviluppo economico locale, promuovendo la crescita della filiera della pesca artigianale e della manioca, settori strategici per l’economia keniana. Tra i principali risultati raggiunti, il lancio dell’app “Soko Samaki” per garantire la tracciabilità del pesce ai consumatori, la consegna di 50 imbarcazioni attrezzate alle cooperative di piccoli pescatori dislocate sulla costa, l’installazione di tre sistemi di refrigerazione dotati di fabbriche di ghiaccio e alimentati da energia solare, e la costruzione di tre impianti per la lavorazione della cassava anch’essi alimentati da solare.

L’Ambasciatrice dell’Unione Europea in Kenya, Henriette Geiger, ha aggiunto: “Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti dal Programma Go Blue in collaborazione con i partner locali. Questo progetto rappresenta un modello di come l’Unione Europea, insieme agli Stati membri, possa sostenere l’economia blu in modo inclusivo e sostenibile, con un impatto tangibile per le comunità.”

I diversi attori parte del programma Go Blue alla cerimonia finale

Uno dei tre impianti di raffreddamento per la corretta conservazione del pesce realizzato tramite Go Blue

 

AICS Nairobi porta il Kenya alla COP29: storie di donne, conservazione e pace

Alla COP29 di Baku, AICS Nairobi ha acceso i riflettori su una storia tutta keniana fatta di resilienza, pace ed empowerment. Il panel intitolato "Empowering Women, Conserving Nature, Building Peace: solutions from Kenya community conservancies", organizzato dalla Sede insieme al Northern Rangelands Trust (NRT), ha offerto un viaggio attraverso le comunità remote del Kenya, mostrando come le conservancies stiano cambiando il volto della lotta al cambiamento climatico, dell'empowerment femminile e della promozione della pace.

Le conservancies sono entità riconosciute che a differenza delle aree protette tradizionali, sono abitate e richiedono strategie di protezione ambientale che promuovano anche lo sviluppo locale. Le comunità residenti affrontano sfide enormi: dai cambiamenti climatici alla scarsità di risorse, fino ai conflitti interetnici, trattandosi di aree dove convivono diverse tribù. In queste terre aride e semi-aride, le comunità, con il supporto di NRT, hanno trovato soluzioni innovative per prosperare, trasformando problemi in opportunità e combinando tutela ambientale, sviluppo economico e iniziative di pace.

Durante il panel, realizzato presso il Padiglione Italia, leader locali e attivisti hanno raccontato e condiviso le proprie esperienze sui risvolti che ha il modello delle conservancies sullo sviluppo e sulla crescita delle comunità locali. Josephine Ekiru, giovane ambasciatrice di pace per NRT, ha spiegato come il dialogo tra tribù e il programma degli ambasciatori di pace sostenuto dalla cooperazione italiana stia effettivamente contribuendo a ridurre conflitti e tensioni, mentre Francis Chachu Ganya, Direttore delle relazioni istituzionali di NRT, ha illustrato il lavoro quotidiano che rafforza la governance locale e promuove la pace.  L’empowerment femminile è stato un altro tema forte. Con iniziative come BeadWORKS, le donne pastoraliste stanno trasformando le loro abilità artigianali in fonti di reddito sostenibili, guadagnando autonomia e migliorando le condizioni delle loro famiglie.

Ad aprire l’evento è stato il Prof. Francesco Corvaro, Inviato Speciale per il Cambiamento Climatico del Governo Italiano, che ha sottolineato l’importanza del Piano Mattei per il rafforzamento della cooperazione italiana in Africa. Il Segretario del Dipartimento di Stato per la Fauna Selvatica del Kenya, John Chumo, ha portato la prospettiva del governo keniano, mentre la moderazione è stata affidata alla giornalista Zeynab Wandati.

Il pubblico ha dimostrato grande interesse per le tematiche trattate, fornendo spunti e interventi che hanno arricchito ulteriormente il dibattito ed evidenziato la correlazione tra cambiamenti climatici, conservazione ambientale e sviluppo economico per un paese come il Kenya, che ha registrato una perdita di biodiversità di circa il 68% tra il 1977 e il 2016, con impatti notevoli sul turismo, che nel Paese riveste un ruolo chiave nell’economia.

I visitatori del Padiglione Italia hanno inoltre potuto vivere un viaggio unico nel cuore delle conservancies del Kenya, grazie a un video in Realtà Virtuale presentato durante l'evento, che ha consentito ai partecipanti di calarsi nel cuore degli ecosistemi keniani a 360 gradi.

I relatori insieme ad alcuni membri del pubblico festeggiano la conclusione dell'evento

Josephine Ekiru mostra alcuni dei prodotti artigianali prodotti attraverso BEADworks al Padiglione Italia

Da sinistra a destra: Zeynab Wandati, Josephine Ekiru, Chachu Ganya durante il panel

Sistema Italia e Nazioni Unite inaugurano la prima Situation Room con il Governo della Tanzania

Dodoma (TANZANIA), 14 giugno 2024 – Oggi la Repubblica della Tanzania celebra l’apertura della prima Situation Room nazionale per le comunicazioni e operazioni di emergenza. La Sala è stata realizzata dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio di Disastri (UNDRR) con il supporto scientifico di Fondazione CIMA e grazie a finanziamenti della Cooperazione Italiana. La cerimonia si è realizzata alla presenza del Ministro di Stato dell’Ufficio del Primo Ministro della Tanzania, Jenista Joachim Mhagama, del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la DRR, Kamal Kishore, del Direttore dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) Marco Riccardo Rusconi, il Direttore della Sede regionale AICS di Nairobi, Giovanni Grandi, e del Presidente della Fondazione CIMA, Luca Ferraris.

La Sala entra a far parte della famiglia di AMHEWAS (Africa Multi-Hazard Early Warning and Early Action System), il programma che ha consentito la creazione e messa in funzione di una rete di Sale operative interconnesse in tutto il continente africano. Sotto la direzione dell’ufficio del Primo Ministro della Tanzania, la Sala sarà in grado di monitorare in tempo reale i rischi attuali e futuri, utilizzando dati di eventi passati e producendo bollettini e previsioni periodiche. Il cuore di questa Sala è una tecnologia italiana, utilizzata dalla nostra Protezione Civile: si tratta della piattaforma opensource MyDEWETRA sviluppata dalla Fondazione CIMA e riconosciuta dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale che facilita lo scambio di dati tra i partner a diversi livelli. Con questa iniziativa si è voluto dare un contributo tangibile al partner tanzaniano del valore aggiunto che può portare il sistema Italia con le sue eccellenze.

“Questa sala rappresenta un traguardo fondamentale nella protezione della popolazione della Tanzania”, ha dichiarato il Ministro di Stato Mhagama. “Ora siamo più preparati per monitorare i rischi, diffondere allerte precoci e assicurare risposte veloci in emergenza. Il nostro governo insieme a UNDRR, AICS e CIMA può costruire un futuro più sicuro e resiliente per le nostre comunità”.

“Desidero rivolgere le mie più sentite congratulazioni al Governo della Tanzania per questo obiettivo, che è un passo avanti rilevante nel rafforzare la resilienza del Paese e un fondamentale contributo alla rete di sistemi di Early Warning nel continente africano” dichiara Kamal Kishore di UNDRR. “Non ci fermeremo finché ogni paese africano non sarà protetto da sistemi di allerta precoce sui diversi rischi”.

““L’Italia, per il suo expertise e il suo know-how, è tradizionalmente un partner affidabile e competente per l’Africa nella costruzione della resilienza ai disastri”, ha dichiarato Marco Riccardo Rusconi, Direttore di AICS. “Il nostro sguardo si estende all’intero continente, nello spirito del Piano Mattei, accompagnando la creazione di una vera e proprio rete di situation rooms in grado di raccogliere dati, di processarli e soprattutto di renderli fruibili a una pluralità di operatori, dalle coste alle aree più remote”.

“La Sala Situazioni nazionale migliora in modo significativo la capacità dello stato nella salvaguardia della popolazione e dei mezzi di sussistenza del territorio” afferma Luca Ferraris, presidente di Fondazione CIMA, “perché è uno snodo di gestione dove il personale è scientificamente preparato, dotato di tecnologie innovative per l’incrocio di dati provenienti da più fonti e che combina informazioni scientifiche sui rischi, in grado perciò di elaborare bollettini di allerta tempestiva sugli impatti e permette di attivare azioni preventive in anticipo”.

Rappresentanti di AICS, UNDRR e Fondazione CIMA alla cerimonia di inaugurazione della Situation Room a Dodoma

Jenista Joachim Mhagama, Ministro di Stato dell'Ufficio del Primo Ministro della Tanzania, e Marco Riccardo Rusconi, Direttore di AICS

Uno degli schermi all'interno della Situation Room

Oltre ogni stigma: nelle periferie del Kenya, la lotta all’HIV parte dalle scuole

“Ecco, voglio raccontarti una storia per farti capire come funziona qui a Machakos”, mi dice Kaindi guardando lontano. “Una sera sono uscito verso le 20 per andare a mangiare una cosa. Entro in un piccolo ristorante vicino alla strada, e la cameriera mi chiede cosa voglio mangiare. Carne, dico io. Poi mi dice che posso scegliere tra carne fritta e carne bollita. E io chiedo la carne fritta. Poi quella sparisce per un po’. Dieci, venti, trenta minuti. Allora mi affaccio dietro il bancone, noto una porta. La apro: c’è una stanza minuscola con dentro un letto e uno sgabello, e lei che mi aspetta. E lì capisco che avevo appena ordinato, senza volerlo, un rapporto non protetto – la parola in codice è fried meat. Se avessi ordinato carne bollita, avrei potuto fare invece sesso protetto. Mi sarebbe costato 300 KES (all’incirca 2 Euro, NDR). Ho pagato, e sono andato via”.

Siamo in Kenya, il terzo Paese al mondo per tassi di prevalenza di HIV: le persone che vivono con HIV sarebbero 1,6 milioni, molti dei quali non sono consapevoli della propria condizione. La Contea di Machakos si trova a circa 60 km a sud-est della capitale Nairobi: è un importante snodo commerciale e agricolo, anche perché si trova ai margini della trafficatissima arteria che collega il porto di Mombasa a Nairobi e poi all’Uganda. Machakos è conosciuta, oltre che per la sua bellezza paesaggistica, per gli alti tassi di prevalenza di HIV, da sempre superiori alla media nazionale. Ho chiesto a Kaindi perché, secondo lui, la Contea è conosciuta per essere un ‘hotspot’ di contagi, e mi ha spiegato: “Ci passano moltissimi camionisti, in continuazione; e la prostituzione è un fenomeno molto diffuso”.

Benedict Kaindi ha 68 anni, è il direttore del Network Keniano degli Insegnanti Positivi all’HIV (KENEPOTE), un’organizzazione che mette in rete insegnanti che vivono con HIV. L’organizzazione opera a Machakos dal 2010 e realizza sessioni formative per gli studenti, offrendo supporto psicosociale e informazioni preziosissime su educazione sessuale e riproduttiva. Mi spiega che il suo lavoro aiuta non solo i ragazzi a prendere coscienza della propria condizione e a sentirsi meno soli, ma anche gli insegnanti, che scegliendo di entrare a far parte della rete, si sentono più liberi di confrontarsi su certi temi, e meno stigmatizzati. “Ci sono ancora molte leggende e miti intorno all’HIV: in molti credono ancora che sia una maledizione, oppure che si possa curare avendo rapporti con una donna vergine. Molte delle informazioni che circolano sono sbagliate o datate. Noi insieme a No One Out, abbiamo realizzato e distribuito manuali aggiornati, realizzati insieme al Ministero dell’Educazione del Kenya, con informazioni precise su modalità di contagio e salute riproduttiva”.

Il KENEPOTE negli ultimi due anni si è espanso, ha ottenuto un ufficio e si è strutturato. I membri dell’organizzazione sono passati da 20 a 60. Il merito è anche del sostegno ricevuto dalla OSC bresciana NO ONE OUT tramite l’iniziativa ‘By Youth Side’ finanziata dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo attraverso il Bando per iniziative sinergiche con il fondo globale contro HIV/AIDS, TBC e Malaria. L’iniziativa, in conclusione a giugno del 2024, interviene per offrire servizi di salute inclusivi nella lotta all’HIV, rafforzando le strutture ospedaliere di Machakos e intervenendo nella lotta alla discriminazione delle persone HIV-positive, anche con la collaborazione di educatori alla pari.

Spiega Vanni De Michele, rappresentate paese di NO ONE OUT in Kenya: “Nelle sessioni di sensibilizzazione realizzate nelle scuole, abbiamo cercato di coinvolgere educatori alla pari, perché la presenza di giovani con un vissuto simile a quello dei ragazzi cui ci rivolgiamo, li mette a proprio agio e facilita la loro disclosure”. La disclosure è il momento in cui una persona sieropositiva prende pienamente coscienza della propria condizione e riesce a rivelarlo alla famiglia, ai centri sanitari, alla comunità. “Il fatto di poterlo dire più o meno apertamente è una grande liberazione, fa sentire i sieropositivi meno soli, e soprattutto, facilita l’aderenza al trattamento antiretrovirale”.

Kaindi aveva 40 anni quando ha scoperto di aver contratto l’HIV, con sintomi violenti che lo hanno costretto a letto, incapace di camminare, sentire o parlare per sei mesi. “Non volevo rivelarlo a mia moglie, perché avevo paura che mi lasciasse. Ma lei mi ha detto che con o senza HIV, io sarei sempre stato suo marito, e si è presa cura di me finche’ non sono entrato in cura”.
Harriet Katuku, preside della scuola secondaria di Kaseve a Machakos, mi rivela che è molto soddisfatta del lavoro del KENEPOTE. “Per adesso hanno realizzato tre sessioni formative nella nostra scuola, con ragazzi tra i 14 ed i 17 anni. Generalmente in questa fascia di età i ragazzi non hanno nessuna informazione su trasmissione e contagi”.

By Youth Side ha raggiunto 5.800 adolescenti e giovani delle scuole di Machakos con sessioni formative su educazione sessuale e disclosure. Oltre a questo, l’iniziativa è intervenuta sugli ‘Youth Friendly Centres (YFC)’, gli spazi dedicati alla sensibilizzazione dei giovani su temi quali salute sessuale-riproduttiva, prevenzione dell’HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili, che meglio riescono a interfacciarsi con adolescenti e giovani adulti. Centinaia di operatori sanitari sono stati formati, quasi 10.000 adolescenti sono stati raggiunti dal servizio di assistenza domiciliare e 1.440 adolescenti e giovani donne sono state coinvolte dal programma di prevenzione comunitaria sulle malattie sessualmente trasmissibili e screening cervicale.

Benedict Kaindi durante una delle sessioni di sensibilizzazione in una scuola secondaria di Machakos

Benedict incontra studenti delle scuole di Machakos

Gli studenti mostrano alcuni dei materiali di sensibilizzazione ricevuti tramite l'iniziativa By Youth Side

Tra le attivita' di By Youth Side, sono stati realizzati diverse attivita' di sensibilizzazione rivolte alle comunita' di Machakos

Inaugurato a Nairobi il nuovo ufficio della Sede regionale dell’Aics

Nairobi, 18 marzo 2024 – È stata ufficialmente inaugurata questo pomeriggio la
nuova sede dell’ufficio regionale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo
Sviluppo (Aics) di Nairobi, con competenza su Kenya, Somalia, Tanzania, Uganda,
Rwanda, Burundi e Repubblica Democratica del Congo.

La cerimonia d’inaugurazione, culminata con il taglio del nastro nei nuovi uffici da
parte dell’Ambasciatore d’Italia in Kenya Roberto Natali e del Direttore dell’Aics,
Marco Riccardo Rusconi, si è svolta alla presenza di circa 200 invitati tra Organizzazioni
della Società Civile, Agenzie delle Nazioni Unite, rappresentanti di Ministeri e di
istituzioni locali del Kenya, agenzie di cooperazione e capi missione dei Paesi partner,
esponenti del settore privato e giovani leader locali.

L’evento si è realizzato durante
la missione di una delegazione di alto livello proveniente da Roma e guidata dal
Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri
e della Cooperazione Internazionale, Stefano Gatti, impegnata in una serie di visite
nei paesi dell’area est - africana (Etiopia, Uganda, Tanzania e Kenya) con l’obiettivo di
identificare progettualità assieme ai paesi partner da inserire nel Piano Mattei.

Gli invitati sono stati accolti dalle parole di apertura dell’Ambasciatore Natali, che ha
sottolineato la rilevanza strategica dell’Africa: “Si dice che l’Africa sia il continente del
futuro, ma io credo che l’Africa sia invece il continente del presente; per questo siamo
impegnati in Kenya per fare cooperazione e per farla insieme ai nostri partner, in
un’ottica di co-sviluppo e di mutuo beneficio”.

Il Direttore dell’Aics, Marco Riccardo Rusconi, nel suo intervento ha sottolineato che
“L’Agenzia svolge un ruolo chiave anche nell’ambito del Piano Mattei lanciato dal
Governo italiano: la strategia punta a scrivere una nuova pagina nelle relazioni tra
Italia e Africa, investendo in settori chiave che rappresentano priorità condivise con il
coinvolgimento delle eccellenze italiane”.

Il Direttore della sede regionale Aics di Nairobi, Giovanni Grandi, ha concluso
dichiarando: “L’ufficio che inauguriamo oggi è responsabile per la realizzazione di
iniziative di cooperazione in sette Paesi dell’Africa Orientale, tra cui due Paesi
prioritari per la Cooperazione Italiana, che sono Kenya e Somalia. Quest’area presenta
un immenso potenziale economico per lo sviluppo dell’Africa; è quindi di importanza
strategica per la Cooperazione Italiana”.

Con un portafoglio totale di circa 255 milioni di Euro, che include iniziative a dono, a
credito di aiuto, e finanziate dall’Unione Europea, la Sede regionale dell’Aics di Nairobi
collabora con una vasta rete di partner locali ed internazionali, operando nel campo
dello sviluppo e dell’emergenza per rispondere alle diverse sfide e fragilità che
caratterizzano una regione tanto promettente quanto complessa.

La nuova sede di AICS Nairobi

 

L'Ambasciatore d'Italia in Kenya Roberto Natali e il Direttore di AICS Marco Rusconi al taglio del nastro

 

 

Da sinistra: Valeria Buoninfante, Vice Direttrice dell' Ufficio di AICS Nairobi, Giovanni Grandi, Direttore dell'Ufficio Regionale AICS Nairobi, S.E. Roberto Natali, Ambasciatore d'Italia in Kenya, Marco Rusconi, Direttore AICS

I partecipanti alla cerimonia di inaugurazione.

Lanciato il Fondo per la Pace e la Stabilità della Somalia finanziato dall’Italia

Mogadiscio, 13 settembre 2023 – Si è tenuto oggi a Mogadiscio alla presenza del Primo Ministro della Somalia l’evento di lancio del Fondo Towards Peace and Stability In Somalia (TPSS). Questo fondo, avviato dal Governo Federale della Somalia e dalla Cooperazione italiana, ha l’obiettivo di rispondere ai bisogni più urgenti del Paese, tra cui la stabilità, la pace e la costruzione di istituzioni democratiche.

Il Fondo prevede la realizzazione di due tipologie di interventi, eseguiti sotto la guida del Governo Federale somalo. La prima serie di interventi sarà finalizzata ad iniziative di emergenza e risposta rapida nelle aree liberate da Al-Shabaab. La seconda, invece, riguarderà interventi di sviluppo a medio-lungo termine, con un’attenzione particolare alla resilienza, all’empowerment economico e al processo di rafforzamento istituzionale nel Paese.

Le attività comprenderanno quindi sia interventi urgenti e immediati di riabilitazione di infrastrutture per la fornitura di servizi di base, sostegno all’educazione e all’istruzione e sostegno ai governi locali soprattutto per promuovere la coesione sociale e la riconciliazione all’interno dei territori liberati, sia progetti di sviluppo nei settori dell’ambiente e agricoltura, della salute e dell’industria.

Per assicurare una gestione trasparente ed efficace del Fondo è stato previsto un meccanismo di governance che prevede: un Comitato Direttivo di Alto Livello, formato da rappresentanti dell’Ufficio del Primo Ministro della Somalia e dall’Ambasciatore d’Italia in Somalia, un comitato tecnico d’indirizzo – che avrà il ruolo di individuare e presentare al comitato direttivo le proposte progettuali nelle diverse aree di intervento previste, in cui siede il Direttore della Sede Regionale di AICS Nairobi.

Il finanziamento sarà inizialmente assicurato con le risorse della Cooperazione italiana, con un contributo iniziale di 3.820.000 euro. L’impegno del governo somalo e del partner italiano è quello di attrarre ulteriori finanziamenti, coinvolgendo i principali donatori internazionali, per ampliare la portata dell’iniziativa e garantire continuo supporto al popolo somalo.

L’Ambasciatore d’Italia in Somalia, Alberto Vecchi, ha sottolineato: “Il TPSS conferma ancora una volta l’impegno dell’Italia. Lavoreremo a fianco delle controparti governative per garantire un futuro migliore e sostenibile alla popolazione somala”.

Giovanni Grandi, Titolare di Sede dell’Ufficio Regionale di Nairobi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, ha dichiarato: “Questo strumento che lanciamo oggi ha un’importanza chiave per il futuro della Somalia, soprattutto nell’ottica del rafforzamento istituzionale e nel fornire al Governo somalo i mezzi e le conoscenze per costruire uno sviluppo endogeno che non lasci nessuno indietro”.

L'Ambasciatore d'Italia in Somalia Alberto Vecchi e il Primo Ministro Somalo all'evento di lancio del TPSS a Mogadiscio

Tanzania, avvenuto il lancio del Progetto Sanitario Regionale

Dodoma, Tanzania. Si è tenuto oggi a Dodoma, in Tanzania, il Kick-off meeting della componente tanzana del Progetto Sanitario Regionale “Creazione di una rete sanitaria in Kenya, Tanzania e Uganda”. L’evento di lancio è stato organizzato dalle Organizzazioni della Società Civile (OSC) italiane Centro Mondialità Sviluppo Reciproco (CMSR), Medici con l’Africa CUAMM e Cooperazione Paesi Emergenti (COPE), in coordinamento con la Sede di Nairobi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e con Ministeri della Salute della Tanzania e di Zanzibar.

L’obiettivo specifico del progetto in Tanzania e Zanzibar è quello di aumentare la disponibilità e la qualità dei Servizi di Sanità Primaria per la salute di donne e bambini, aumentando il numero di parti assistiti da personale qualificato in strutture istituzionalizzate, rafforzando e aumentando il numero di strutture sanitarie che forniscono Emergency Obstetric and Newborn Care (EmONC) nelle comunità beneficiarie e andando a ridurre il numero dei decessi neonatali nelle strutture sanitarie target. Le strutture sanitarie coinvolte nel progetto saranno in totale 9, 4 in Tanzania continentale e 5 a Zanzibar.

Le componenti principali saranno la formazione del personale sanitario, l’advocacy a livello di comunità, l’acquisto e la distribuzione di equipaggiamento e materiale sanitario che possa consentire lo sviluppo dei servizi previsti. Il progetto in Tanzania e Zanzibar beneficerà anche di due componenti regionali del programma, relative alla creazione di unità mobili per l’esecuzione di ecografie nelle comunità, in modo da consentire quanto più possibile l’accesso a tale servizio a donne incinte in zone rurali o periferiche, oltre allo sviluppo e diffusione di un software di raccolta dati per la valutazione delle performances delle strutture sanitarie nel settore della salute materno-infantile, in direzione della massimizzazione dell’impatto.

In totale i beneficiari diretti stimati sono 24,997, individuati tra il personale sanitario delle strutture sanitarie target dell’iniziativa e le donne in gravidanza che accedono ai servizi sanitari delle aree target (24,637).