Indagini diagnostiche e studi di fattibilità per la gestione sostenibile dei rifiuti a sud di Nairobi

Nairobi - Il 7 giugno 2017 l’Ambasciatore d’Italia a Nairobi, Mauro Massoni, e il Direttore della divisione "Gestione e Funzionamento" del Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani (UN-Habitat), Andrew Cox, hanno firmato un accordo che dà il via a un programma di studi di fattibilità e valutazioni di impatto ambientale e sociale (VIAS) per sostenere la gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti nella contea del Kajiado.

Con un contributo di 300mila euro a favore del dipartimento energia urbana di UN-Habitat, l’Italia intende sostenere il Kenya nella gestione dei rifiuti solidi urbani attraverso un approccio integrato che prenda in considerazione le necessità delle comunità locali, riconoscendo il ruolo fondamentale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile numero 11 - Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri,duraturi e sostenibili - e 12 - Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.

Nello specifico, l'accordo si propone di realizzare le seguenti attività: 1) realizzare un’indagine diagnostica sulla gestione dei rifiuti nella Contea del Kajiado; 2) eseguire studi finalizzati al decommissionamento della discarica illegale a Ngong; 3) eseguire uno studio di fattibilità per la costruzione della nuova discarica e di un impianto di trattamento dei rifiuti; 4) esaminare le tecnologie disponibili e applicabili per disegnare un sistema integrato di gestione dei rifiuti solidi urbani, eventualmente capace di produrre energia; 5) realizzare una strategia integrata per la gestione dei rifiuti a Ngong.

• UN-Habitat - Call for expression of interest

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Depuratori, chioschi d’acqua e servizi igienici per la popolazione di Karungu

Karungu - Il 28 aprile scorso la Ong Salute e Sviluppo e la Cooperazione italiana hanno partecipato alla cerimonia di chiusura del progetto “Favorire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici di base per la popolazione di Karungu, Kenya”. Il progetto, cofinanziato dalla Cooperazione con un contributo di 933mila euro, è stato implementato con gli obiettivi di migliorare l’accesso all’acqua e di ampliare l’accesso ai servizi sanitari di base per la popolazione locale.

Alla cerimonia sono intervenuti l’Ambasciatore italiano Mauro Massoni e la titolare della sede AICS di Nairobi Teresa Savanella, insieme ai rappresentanti dei partner del progetto, esponenti delle autorità locali e della società civile.

Avviato nel 2014, il progetto ha consentito di fornire l'acqua potabile necessaria a coprire il fabbisogno di circa 15mila persone attraverso l’installazione di un innovativo impianto di depurazione a ozono, direttamente alimentato dalle acque del lago Vittoria, la costruzione di una rete di approvvigionamento idrico per chioschi d’acqua e la realizzazione di servizi igienici di base per oltre duemila persone. I chioschi sono stati collocati in prossimità di scuole e altri punti di aggregazione, ciascuno affidato a un comitato di gestione, e sono stati accompagnati da specifiche attività di formazione ed educazione igienico-sanitaria.

Per ridurre l’impatto ambientale e garantire bassi costi di esercizio, i sistemi di pompaggio, depurazione e distribuzione dell’acqua sono alimentati da un sistema energetico ibrido, principalmente alimentato da pannelli fotovoltaici e da un sistema di accumulatori. Inoltre, l’impianto di ozonizzazione permette di ridurre drasticamente l’utilizzo di reagenti chimici normalmente usati per il trattamento delle acque. Allo stesso tempo, nell’ottica del rispetto ambientale, i liquidi reflui vengono riutilizzati per la produzione di compostaggio.

La sostenibilità economica dell’iniziativa sarà favorita da un sistema di tariffe, regolate dal comitato di gestione assieme ai rappresentanti della comunità, che permetterà di coprire i costi di funzionamento.

L’iniziativa rappresenta un forte balzo in avanti rispetto ai precedenti interventi finalizzati al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie della popolazione locale e si propone come best-practice replicabile in Kenya nella regione dei Grandi Laghi.

L’iniziativa ha consolidato l'azione della Cooperazione italiana nella regione di Karungu, dove un precedente intervento da 1,3 milioni di euro aveva supportato l'Ospedale Camilliano con l’ampliamento del reparto maternità, la costruzione di una sala chirurgica e l'estensione del programma di lotta all’HIV.

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L’Italia accanto alle istituzioni centrali e locali nel percorso verso le elezioni 2017

Nairobi - Il primo febbraio 2017 l’Ambasciatore d’Italia Mauro Massoni e il Rappresentante delle Nazioni Unite in Kenya Siddharth Chatterjee hanno firmato l’accordo che dà il via al contributo italiano a sostegno del processo elettorale, in vista del voto presidenziale e parlamentare che si terrà in Kenya il prossimo 8 agosto.

Partecipano al fondo comune diversi donatori, tra cui l’Unione Europea, gli USA, l’Irlanda e ora l’Italia con 1 milione di euro, contributo da erogare attraverso l’Agenzia. Il programma offre sostegno istituzionale a livello centrale alla IEBC (Independent Elections and Boundaries Commission) e, a livello locale, a tutte le amministrazioni che si occupano di gestire il processo elettorale.

L’intento del contributo italiano, in particolare, è di rafforzare le attività in favore di donne, giovani e disabili affinché partecipino attivamente a queste elezioni come votanti, ma soprattutto affinché siano garantiti i loro diritti a candidarsi a posizioni elettive. Attualmente nel Paese è in corso la registrazione degli aventi diritto al voto e il ritmo di avanzamento non pare soddisfacente. Nel corso della cerimonia è stato evidenziato da entrambi i rappresentanti come elezioni partecipate, trasparenti ed inclusive siano importanti per avere nel prossimo futuro istituzioni più stabili, presupposto indipensabile per un maggiore sviluppo socio-economico del Paese.

Il programma di rafforzamento dei processi elettorali si pone quattro obiettivi:

  1. il rafforzamento della struttura legale e istituzionale sottostante al processo elettorale;
  2. l’ampliamento dell’elettorato attivo e passivo, con attenzione particolare verso donne, i giovani e le persone con disabilità;
  3. una maggiore trasparenza ed equità per uno svolgimento pacifico delle elezioni;
  4. il rafforzamento delle capacità delle autorità di garantire il rispetto delle normative elettorali e l’accesso al sistema giudiziario.

L’Italia aveva già contribuito a un fondo comune con obiettivi analoghi in occasione delle elezioni del 2013. “Auguro a tutti i keniani di avere, innanzitutto, elezioni pacifiche. Non occorre ribadire che non è attraverso la violenza che i problemi di questo paese possono essere risolti” ha concluso l’Ambasciatore Massoni.

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Programma DREAM, un sogno che diventa realtà nella lotta al virus HIV

Nairobi - Il 31 gennaio 2017 la Comunità di Sant’Egidio e la Cooperazione italiana hanno promosso un convegno sul tema “Achieving 90 - 90 - 90 in Kenya”. L’iniziativa ha offerto un’occasione per condividere esperienze e lezioni apprese nella cura e diagnosi dell’HIV attraverso la più che decennale esperienza del programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition) in dieci Paesi africani. Sono intervenuti l’Ambasciatore italiano Mauro Massoni, l’Ambasciatore irlandese Vincent O’Neill e la titolare della sede AICS di Nairobi Teresa Savanella, oltre ai rappresentanti dei partner del progetto “Improving Retention in HIV/AIDS Programs in Kenya”, esponenti delle autorità locali e della società civile.

Dai difficoltosi esordi in Mozambico nel 2002, quando ancora le terapie per l’HIV erano limitate ai Paesi più avanzati e sembrava un'utopia portarle nel continente africano, a partire dal 2005 il programma si è allargato al Kenya, dove il programma si concentra nella città di Nairobi e nelle contee di Meru, Tharaka- Nithi ed Embu. Le attività consistono nella gestione di centri altamente specializzati per la diagnosi, coadiuvata da azioni di sensibilizzazione per una diagnosi precoce e per il monitoraggio dell’infezione nella popolazione sieropositiva. Attività specifiche vengono realizzate per le fasce d’età e categorie di beneficiari particolarmente vulnerabili: donne, partorienti, bambini e adolescenti. Oggi il programma ha in cura più di 7mila pazienti, nei diversi centri del Paese, e offre le migliori possibilità di terapia attraverso la strumentazione innovativa di cui i laboratori sono dotati. Un ruolo di primissimo piano è svolto dagli operatori, tutti locali, che lavorano nei centri e garantiscono un’altissima precisione nella terapia.

Il Kenya ha aderito alla strategia globale mirata a raggiungere entro il 2020 il 90% fra le persone sieropositive coscienti del proprio staus, il 90% fra i sieropositivi sotto terapia anti-retrovirale e, fra questi ultimi, il 90% con una soddisfacente soppressione virologica. Per raggiungere questi obiettivi è necessario concentrare gli sforzi nelle campagne di sensibilizzazione per i test, nell’aumentare la disponibilità dei medicinali anti-retrovirali e nel facilitare l’aderenza alla terapia lungo tutto l’arco della vita delle persone HIV positive. In questo senso i dati raccolti nell’ambito dei centri DREAM - sia in Kenya sia negli altri Paesi africani dove è presente - sono molto incoraggianti. La chiave del successo risiede – come è stato evidenziato nel corso del convegno da tutti i relatori – nella capacità di DREAM di mobilitare reti e partenariati, convogliando risorse umane e finanziarie, conoscenze e competenze verso un sogno che negli anni si sta trasformando in realtà.

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La prima esperienza di conversione del debito Kenya-Italia diventa ‘best practice’

Nairobi - Il 30 novembre 2016 si è tenuto a Nairobi l’evento KIDDP | Kenya-Italy Debt for Development Programme: Community based approach for inclusive and sustainable development, presso il Kenya International Conference Centre.

In occasione della seconda riunione ad alto livello del partenariato globale per un’efficace cooperazione allo sviluppo, programmata a Nairobi dal 28 novembre al 1 dicembre 2016, il Ministero del Tesoro del Kenya, in collaborazione con la sede AICS di Nairobi, ha presentato, nell’evento del 30 novembre, le lezioni apprese dal progetto KIDDP.

Il KIDDP nasce dal primo accordo di conversione debitoria nella storia del Kenya. Tale accordo, sottoscritto nel gennaio 2007, riguarda un fondo di circa 44 milioni di euro di debito keniano da convertire in aiuti allo sviluppo, ovvero in attività di erogazione di servizi di base da parte delle istituzioni keniane verso i propri cittadini.

Ad oggi il KIDDP ha finanziato 123 progetti nelle aree più remote o disagiate del Kenya, portando una serie di servizi quali l’acqua potabile, la ristrutturazione degli istituti di educazione tecnica e la riqualificazione partecipata degli slums di Korogocho (Nairobi) e KKB (Kilifi). I progetti hanno inoltre migliorato la qualità nei  servizi sanitari ai cittadini di 26 contee diverse, anche con l’aumento dei reparti di maternità.

Una componente significativa del Programma ha riguardato lo sviluppo e il rafforzamento delle capacità delle istituzioni coinvolte, compresi i governi locali delle contee, e della società civile, sulla base della nuova costituzione keniana del 2010.

A un anno dalla conclusione, il KIDDP rappresenta uno dei programmi di sviluppo più apprezzati dal Governo del Kenya, che ha pertanto proposto di dedicare uno specifico side-event alla condivisione delle lezioni apprese sull’efficacia del KIDDP con il più ampio pubblico della conferenza.

Partners istituzionali in Kenya

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Conclusa la riabilitazione di un centro di accoglienza per bambini di strada

Nairobi - Grazie al cofinanziamento del MAECI sono stati recentemente ultimati i lavori di ristrutturazione della Koinonia Mother House a Nairobi, gestita dalla onlus Amani e dalla Koinonia Community nell’ambito di un intervento per l'assistenza familiare e comunitaria a tutela dei diritti di protezione, istruzione e partecipazione delle bambine e dei bambini vulnerabili nelle aree suburbane di Nairobi di Kibera e Riruta.

Per molti anni la Mother House è stata un centro diurno per bimbi di strada. Dal 2015, grazie al cofinanziamento del MAECI, sono stati possibili lavori strutturali tali da trasformare il complesso in un centro residenziale di 40 posti letto per bambini e bambine in condizioni di vulnerabilità, con un’area dedicata a posti letto per emergenze. L’inaugurazione avverrà il prossimo 16 giugno.

Nel frattempo i bambini che, nei mesi scorsi, sono stati individuati da Amani stimolando un’adesione volontaria e creando un rapporto di fiducia sono entrati per la prima volta nel centro e si sono sistemati nelle loro nuove stanze usufruendo delle attrezzature igieniche, dell’accesso ai pasti e delle cure mediche.

Grazie al lavoro degli educatori i bambini inizieranno a partecipare alle attività di riabilitazione sociale, scolastica e familiare e saranno accompagnati nella ricostruzione della propria autostima attraverso la sensibilizzazione sui propri diritti, responsabilità e potenzialità, in un percorso di riscoperta del senso di sé e del senso di appartenenza.

Quando possibile, alla fine di un percorso che dura un anno, i bimbi saranno ricongiunti con i familiari, mentre da Amani riceveranno il supporto necessario per frequentare la scuola. Qualora ciò non fosse possibile, i bimbi saranno accolti presso altre case di accoglienza di Amani e Koinoni, dove attraverso un percorso più strutturato si lavorerà affinché possano ritrovare un familiare con cui tornare a vivere una volta finita la primary school.

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Se giochiamo tutti insieme è più bello, l’inclusione passa anche dallo sport accessibile

Dar es Salaam - All'inizio di dicembre 2017 il centro sportivo Jakaya Kikwete Youth Park di Dar es Salaam ha ospitato, in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, l’evento All Inclusive Sport Day organizzato dalle organizazioni della società civile CEFACOPE e Comunità Solidali nel Mondonell'ambito di un intervento multi-settoriale a sostegno dell'integrazione delle persone con disabilità nella regione di Dar es Salaam.

Secondo un’indagine condotta nel 2014 dal Tanzania National Bureau of Satistics, le persone con disabilità residenti nella regione di Dar es Salaam rappresenterebbero il 7,2% della popolazione totale. Con imponenti ostacoli, anche di natura architettonica, nell'accesso all'istruzione di base nella partecipazione attiva all'economia del Paese, le persone disabili finiscono spesso ai bordi della società condizionando anche il benessere socio-economico delle loro famiglie. Alla carenza di servizi e di opportunità economiche si aggiungono i pregiudizi e lo stigma sociale: la cultura locale tende ad attribuire alla disabilità valori negativi, frutto di convinzioni arcaiche. Il disagio vissuto dai diversamente abili si accentua in un contesto urbano come quello di Dar es Salaam, in assenza della rete sociale di sostegno tipica dei villaggi.

Obiettivo principale della giornata del 2 dicembre è stato quello di sensibilizzare la comunità di Dar es Salaam al fenomeno della disabilità nonché di coinvolgere circa 300 bambini con e senza disabilità, provenienti da 20 scuole primarie della città, in attività sportive inclusive come la pallavolo a terra, il basket in sedia a rotelle, il calcio per non vedenti e altre attività sportive inclusive. La partecipazione ai giochi ha offerto la possibilità ai bambini disabili di cimentarsi in attività sportive adattate alle loro capacità, accrescendo la loro autostima e la fiducia in se stessi, ed ha dall’altro permesso ai bambini non disabili di immedesimarsi nella condizione dei loro coetanei con disabilità e di comprendere come tale condizione influenzi la quotidianità, soprattutto nei contesti educativi e ricreativi.

Tra le attività della giornata, particolare interesse ha suscitato la partita di calcio, seguita anche dalle emittenti televisive e radiofoniche locali. Tra i giocatori vi erano dei bambini con amputazioni agli arti inferiori che hanno utilizzato delle stampelle ad avambraccio per muoversi in campo e coordinare il corpo durante le azioni.

Alla partita hanno fatto seguito un messaggio di ringraziamento del coordinatore locale delle attività di progetto, Silas Ramadhani Kassao, disabile con ridotte capacità motorie, e un intervento dell’ambasciatore d’Italia Roberto Mengoni. Ai partecipanti sono stati offerti cibo e bevande donati dalla nave militare Fasan nell'ambito delle attività di cooperazione civile-militare (CIMIC) realizzate nel corso nella recente sosta operativa al porto di Dar Es Salaam.

L’evento si è concluso con l’esibizione teatrale del gruppo Dar Creators. Gli artisti, attraverso la rappresentazione di frammenti di vita quotidiana delle persone disabili, hanno voluto sensibilizzare gli spettatori e, soprattutto, i bambini sull’importanza dell’inclusione e dell’assistenza nei confronti di coloro che spesso vengono emarginati dalla società. La performance teatrale ha visto sessioni di interazione con i bambini intorno alle domande sulle condotte più solidali o più ostili che le persone normodotate applicano a scuola, in casa e nelle strade nei confronti dei disabili. Così facendo gli artisti hanno inteso stimolare una riflessione sulle conseguenze che le nostre azioni, qualora non ponderate, possono provocare sugli altri, soprattutto su chi si trova in condizioni più svantaggiate.

L'evento è stato organizzato nella cornice di un progetto triennale guidato da CEFA, in partnenariato con COPE e Comunità Solidali nel Mondo Onlus ed è realizzato a Dar Es Salaam in collaborazione con la Congregazione "Suore della Carità Immacolata Concezione D'Ivrea", l'ente tanzano "Association of Tanzania Employers", l'ospedale "Comprehensive Community Based Rehabilitation in Tanzania", principale presidio sanitario tanzano specializzato nella riabilitazione funzionale per disabili, e il centro sportivo Jakaya Kikwete Youth Park. Tre sono gli obiettivi specifici: potenziare l'efficacia del sistema sanitario tanzano in materia di disabilità; migliorare le condizioni economiche delle persone con disabilità e dei loro familiari attraverso la promozione di corsi di formazione professionale e programmi di inserimento lavorativo; favorire l'inserimento sociale dei bambini con disabilità nelle scuole attraverso la sensibilizzazione degli insegnanti su tematiche relative all'inclusione.

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Progetto TERRA, una chiave per lo sviluppo sostenibile delle comunità rurali e tradizionali

Arusha - Il 14 settembre 2017 si è tenuta ad Arusha la cerimonia di inaugurazione del progetto "TERRA: Azioni inTEgrate per incrementare la Resilienza ai cambiamenti climatici delle comunità pastoRAli del nord della Tanzania", promosso dalla Ong Istituto Oikos nei distretti di Arusha e Meru in collaborazione con enti locali tanzani - municipalità di Arusha e associazione Tanzania Maasai Women Art - e partner italiani - Comune di Milano, Consorzio Ctm Altromercato (Verona), Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano, Conceria Newport (Pisa) e S.E.V.A. (Milano), azienda specializzata nelle fonti rinnovabili idroelettriche ed eoliche.

La cerimonia ha avuto luogo al Mkuru Training Center, centro di formazione sulla gestione sostenibile delle risorse naturali realizzato da Oikos grazie al sostegno della Cooperazione italiana. All'evento hanno preso parte l’ambasciatore Roberto Mengoni e l’addetto AICS a Dar Es Salaam, Fabio Gigantino, insieme alle autorità locali e una cospicua rappresentanza di donne ed uomini dalle comunità beneficiarie Meru e Masaai.

L'ambasciatore Mengoni ha ringraziato vivamente le autorità locali per la loro presenza, nella consapevolezza che il loro sostegno costituisce un elemento imprescindibile ai fini del buon esito del progetto. Lodando l'operato ventennale di Oikos nella regione a favore della conservazione delle risorse naturali e della sostenibilità ambientale, della sicurezza alimentare, dell’occupazione femminile e della promozione delle energie rinnovabili, le autorità locali hanno infine espresso grande soddisfazione per le attività del progetto TERRA che riguardano l'avvio di microimprese nel settore della concia vegetale e della lavorazione delle pelli, interventi che, in linea con le priorità del governo in tema di industrializzazione, rappresentano opportunità concrete di emancipazione e sviluppo per le fasce sociali maggiormente vulnerabili.

Il progetto TERRA ha l'obiettivo di migliorare la capacità di adattamento delle comunità della regione di Arusha colpite dagli effetti del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici attraverso la realizzazione di azioni integrate che aumentino la resilienza su differenti livelli:

  1. gestione territoriale e conservazione dei pascoli attraverso un piano di monitoraggio ecologico delle aree di pascolo; elaborazione di mappe di vulnerabilità e di linee guida per la gestione del territorio; riqualificazione dei pascoli; promozione della gestione partecipata delle risorse naturali, acqua e pascoli;
  2. adozione di buone pratiche per l'aumento della resilienza delle comunità rurali attraverso l'utilizzo di fonti alternative di energia a livello familiare: solar bottle lamps e biogas, l'introduzione della varietà 'Commiphora' per limitare la deforestazione e proteggere gli insediamenti tradizionali dei pastori masaai e la promozione della coltivazione di cereali resistenti alla siccità;
  3. sviluppo di microimprese femminili nel settore della concia vegetale e lavorazione delle pelli con il sostegno di imprese italiane specializzate nel settore e l'impiego di macchinari di produzione italiana;
  4. rafforzamento del ruolo delle istituzioni locali nella gestione del territorio attraverso lo scambio di conoscenze tra i comuni di Arusha e Milano sui temi della sicurezza alimentare e dei cambiamenti climatici e rafforzamento del network tra le due città nell'ambito dell'Urban Food Policy Pact promosso dal Comune di Milano e sottoscritto dalla città di Arusha ai margini di Expo2015.

ll progetto interviene in un vasto territorio collocato lungo il margine orientale della Rift Valley, il cui ecosistema è influenzato dalla presenza di un vulcano dormiente, il monte Meru, alto 4.564 metri, coperto da una densa foresta che costituisce un inestimabile patrimonio naturale e svolge un ruolo chiave per il mantenimento degli equilibri climatici e l'approvvigionamento idrico in un territorio abitato da circa 500mila persone. Gli agricoltori Meru si sono insediati nelle fertili pendici del monte mentre i pastori Maasai abitano le vaste savane circostanti. Entrambe le comunità basano la propria sopravvivenza su risorse naturali sempre più scarse, spesso in assenza di conoscenze e tecniche di agricoltura ed allevamento che sappiano combinare la tradizione con una gestione sostenibile del territorio.

Istituto Oikos, presente nella regione di Arusha dal 1996, ha realizzato programmi integrati di conservazione ambientale per migliorare l'utilizzo delle risorse naturali e garantire la sostenibilità del rapporto tra comunità umane ed ecosistemi naturali in una delle aree più ricche di risorse faunistiche e forestali. Attraverso un approccio integrato, Oikos sperimenta modalità e tecnologie che aiutino le comunità locali a utilizzare le proprie risorse naturali a fini produttivi in maniera sostenibile: agricoltura, allevamento del bestiame, ma anche turismo.

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Statistica per lo sviluppo, alta formazione in loco con i docenti di Roma Sapienza e Padova

Dar es Salaam - Si è tenuta l'11 settembre 2017, presso l'Eastern Africa Statistical Training Centre (EASTC), l'inaugurazione del progetto "Rafforzamento del settore statistico per AFRISTAT e EASTC in Tanzania" sostenuto dall'AICS attraverso un fondo esperti che prevede l'invio in missione di docenti delle università di Roma La Sapienza e di Padova per lo svolgimento di attività di formazione teorica e pratica in ambito statistico.

Le attività di formazione interesseranno varie branche e ambiti operativi della statistica, compresa la statistica economica, quella demografica e quella informatica, le metodologie di indagine e campionamento statistico, la statistica inferenziale e multivariata. Le lezioni e i seminari d'approfondimento curati dai docenti italiani costituiranno parte integrante del programma didattico del Master in Statistica offerto dall'EASTC ai funzionari del Tanzania National Bureau of Statistics e degli analoghi istituti di statistica dei 18 Paesi dell'Africa anglofona che fanno parte del mandato dell'EASTC: Botswana, Eritrea, Etiopia, Kenya, Lesotho, Malawi, Mauritius, Namibia, Seychelles, Somalia, Sud Africa, Sud Sudan, Sudan, Swaziland, Tanzania, Uganda, Zambia e Zimbabwe.

L'Ambasciatore d'Italia Roberto Mengoni ha preso partecipato all'inaugurazione dell'inizitiva insieme al rettore dell'istituto, Frank Mkumbo, all'addetto AICS a Dar Es Salaam Fabio Gigantino e alla docente universitaria Maria Castiglioni dell'Università di Padova che ha dato formalmente inizio alle attività di alta formazione tenendo la prima lezione del corso "Analisi e proiezioni demografiche".

Calorosa l'accoglienza del rettore Mkumbo e del corpo docente dell'EASTC che hanno presentato ufficialmente l'iniziativa davanti al primo gruppo di studenti beneficiari del progetto: 30 funzionari provenienti dagli istituti nazionali di statistica di Tanzania e Zanzibar, Kenya, Uganda, Zambia, Zimbabwe, Swaziland e Lesotho, oltre a un giovane funzionario del nascente istituto nazionale di statistica della Repubblica federale di Somalia.

L'ambasciatore Mengoni ha sottolineato la particolare valenza strategica riconosciuta dall'Italia alla formazione in campo statistico avendo valorizzato espressamente la partecipazione delle università italiane alle iniziative di cooperazione allo sviluppo anche in questo ambito, inoltre ha sottolineato la rilevanza crescente delle attività di cooperazione tecnica per il rafforzamento dei sistemi statistici dei Paesi partner. Grazie alle competenze d'avanguardia degli atenei coinvolti, tali sistemi saranno rafforzati nell'arco dei prossimi 8 mesi (settembre 2017-aprile 2018) che vedranno lo svolgimento di un intenso programma di corsi a cura di circa 16 docenti italiani delle università La Sapienza e Padova.

I media locali hanno seguito con interesse il lancio dell'iniziativa: tra questi, il principale quotidiano nazionale in lingua inglese, Daily News.

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Acqua potabile e servizi igienici, al via un intervento nella regione centrale del Paese

Dar es Salaam - Il 16 maggio 2017 si è tenuta nella capitale Dodoma la cerimonia di avvio del progetto “Sostegno integrato per il diritto all’acqua, igiene e nutrizione in Tanzania centrale” che sarà realizzato dalla Ong LVIA in partenariato con CUAMM-Medici con l’Africa e con l'organizzazione tanzana Ufundiko. Attraverso un cofinanziamento dell’Agenzia per un importo di 1,2 milioni di euro, l’iniziativa si propone di contribuire in maniera durevole al miglioramento della qualità e della gestione dei servizi idrici, di igiene e di nutrizione per 40mila beneficiari nelle regioni di Dodoma e Iringa, Tanzania centrale.

Attraverso un approccio integrato, il progetto mira a migliorare le competenze e le conoscenze degli attori locali sulla gestione integrata dei servizi idrici e nutrizionali a livello di villaggio e di distretto, accrescendo allo stesso tempo l’accesso all’acqua e a strutture sanitarie efficienti. Sarà inoltre rafforzata la gestione delle infrastrutture di approvigionamento dell’acqua a livello comunitario con la costituzione di comitati preposti alla gestione delle risorse idriche, saranno sviluppati dei sistemi di monitoraggio innovativi per la gestione dell’acqua e saranno messi a punto 30 sistemi di stoccaggio delle acque meteoriche presenti nella zona.

Nell'ambito del progetto, il consorzio delle organizzazioni partner provvederà a formare il personale dei presidi sanitari, con particolare attenzione alla gestione dei casi di malnutrizione. Quella di Dodoma è una delle regioni della Tanzania con il più alto numero di bambini a rischio di malnutrizione acuta. Ulteriori stime evidenziano che solo il 30% della popolazione ha accesso a fonti d'acqua potabile.

A livello tecnico-scientifico il progetto si avvarrà dei contributi dell’Università di Torino, dell'Università di Dodoma, della società di ricerca MR&D Institute, e della Scuola Internazionale dell’Acqua per lo Sviluppo Hydroaid.

Al lancio del progetto hanno preso parte i rappresentanti delle organizzazioni esecutrici del progetto insieme ai loro partner istituzionali, l’Ambasciatore d’Italia in Tanzania, Roberto Mengoni, la titolare della sede AICS di Nairobi, competente per la Tanzania, Teresa Savanella, e l’addetto AICS a Dar Es Salaam, Fabio Gigantino. A conclusione della giornata la Regional Administrative Secretary del governo tanzano, Ms. Rehema Madenge, ha espresso grande soddisfazione per l'avvio del progetto e sincera gratitudine per l'impegno della Cooperazione italiana in un settore strategico per il miglioramento della qualità della vita come la gestione dell'acqua.

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