Prende il via il programma regionale finanziato da AICS per creare una rete sanitaria in Kenya, Tanzania e Uganda

Nairobi, 29/06/2023. Si è concluso ieri presso il Ruaraka Uhai Neema Hospital il primo incontro di lancio dell’iniziativa “Creazione di una rete sanitaria in Kenya, Tanzania e Uganda”, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il programma mira a migliorare la salute materno-infantile complessiva in Kenya, Tanzania e Uganda, supportando i sistemi sanitari locali nel raggiungimento di una Copertura Sanitaria Universale.

L’obiettivo del programma, realizzato con il supporto tecnico del Centro di Salute Globale della Regione Toscana, è quello di mettere in rete 33 strutture sanitarie nei tre Paesi, le quali non solo beneficeranno della donazione di attrezzature mediche moderne, di attività di formazione del personale e di interventi infrastrutturali, ma potranno avvalersi della condivisione di informazioni, buone pratiche ed expertise a livello regionale. Nell'ambito del programma verrà anche istituito un servizio di ecografia mobile nei tre paesi, come esperienza pilota, con l'obiettivo di consentire l'accesso a questo screening alle donne in gravidanza, nelle zone rurali. Questo consentirà ai tre paesi di allinearsi progressivamente agli standard raccomandati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la gestione della gravidanza e l'avvicinamento al parto. Oltre a ciò, come parte delle attività a carattere regionale, si lavorerà all'introduzione di un sistema di raccolta e interpretazione dei dati delle strutture sanitarie coinvolte, nell'area della salute materno-infantile, in modo da valutare le performance e verificare l'impatto delle attività realizzate.

Durante i tre giorni di lavori, che sono stati aperti da Giovanni Grandi, Titolare di Sede dell’Ufficio Regionale di AICS Nairobi e dalla Vice Capo Missione dell’Ambasciata d’Italia in Kenya Lorenza Gambacorta, i partecipanti hanno discusso degli obiettivi generali e delle finalità del Programma, oltre a scendere nei dettagli delle modalità di implementazione, delle tempistiche e delle risorse da utilizzare. Una particolare enfasi è stata riservata alle questioni relative al coordinamento per la creazione della rete regionale, alle strutture di governance del programma e alle attività condivise dai tre paesi. Tra i partecipanti all’evento, i rappresentanti dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo di Kenya, Tanzania e Uganda, rappresentanti dei Ministeri della Salute di Kenya, Uganda e Tanzania (continentale e Zanzibar), rappresentanti delle OSC implementatrici e dei loro partner, oltre allo staff del Centro di Salute Globale di Firenze.

 

Giovanni Grandi, Titolare di Sede della Sede Regionale di Nairobi dell’AICS, nel suo discorso di apertura ha sottolineato: “Crediamo che il raggiungimento di un cambiamento sostenibile richieda la collaborazione tra i governi, le organizzazioni della società civile, gli operatori sanitari e le comunità locali. Fin dall'inizio, questo programma è stato progettato a stretto contatto con le autorità locali per rafforzare le infrastrutture sanitarie, garantendo che le cliniche e gli ospedali siano dotati delle strutture necessarie e di personale qualificato per fornire cure materne di qualità”.

Foto di gruppo al termine dei lavori del kick off meeting dell'iniziativa "Creazione di una rete sanitaria in Kenya, Tanzania e Uganda".

 

Kenya, l’Italia in prima linea nel settore ambientale: al via l’iniziativa ‘Waste Wise’ con UN HABITAT e Governo keniano

Nairobi, 07 giugno 2023 – A margine dei lavori della Seconda assemblea di UN Habitat attualmente in corso al Polo ONU di Nairobi, l'Ambasciatore d'Italia in Kenya e Rappresentante permanente presso l’UNEP e UN Habitat, Roberto Natali, e il Direttore della Divisione Soluzioni globali di UN Habitat, Rafael Tuts, hanno firmato questa mattina l'Intesa per dare il via al progetto “Waste Wise Korogocho Chapter”. L'iniziativa, della durata di due anni, è finanziata dalla Cooperazione italiana e realizzata da UN Habitat.
L'evento ha visto la presenza del Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica italiano, Sen. Claudio Barbaro, del Segretario all’Edilizia abitativa del Ministero del Territorio, Lavori pubblici, Edilizia abitativa e Sviluppo urbano del Kenya, Said Athman, e di Giovanni Grandi, Titolare di Sede dell'Ufficio Regionale dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) di Nairobi.

Il progetto mira ad avviare un sistema sostenibile di gestione dei rifiuti in modo da migliorare le condizioni sociali, sanitarie ed economiche degli abitanti di Korogocho, uno degli insediamenti informali più vasti della capitale keniana. La stessa area ha beneficiato negli anni scorsi di interventi di riqualificazione da parte della Cooperazione italiana nell’ambito del Programma italo-keniano di conversione del debito, quest’ultimo del valore totale di circa 46 milioni di euro.

Come ha dichiarato l'Ambasciatore Natali, “L’iniziativa rappresenta un ulteriore esempio del partenariato con UN-Habitat e con le autorità keniane, volto a una maggiore sostenibilità delle zone urbane in una prospettiva ambientale. Grazie al finanziamento del progetto Waste Wise-Korogocho, si registrerà un ulteriore impatto positivo in un quartiere in cui l’impegno dell'Italia è stato continuo, cambiando nel concreto la vita di quanti vivono purtroppo ancora oggi in condizioni precarie”. Alle parole dell’Ambasciatore ha fatto eco quanto espresso anche dal Sottosegretario Barbaro, riguardo tale esempio di cooperazione “perfettamente in linea con i temi che stiamo affrontando in questa sessione dell’Assemblea” di UN Habitat, che andrà “ad incidere positivamente sulla salute delle persone e su un ampliamento delle loro possibilità di lavoro”.

Il Dott. Grandi ha dichiarato: “Questa iniziativa introdurrà un approccio pilota nella gestione dei rifiuti solidi a Nairobi, che ci auguriamo possa essere replicato altrove. L’obiettivo a lungo termine è quello di lavorare con il settore privato, formale e informale, per costruire una filiera dei rifiuti sostenibili a Korogocho e in Kenya”.

Il Segretario Athman e il Direttore Tuts hanno entrambi espresso un sentito ringraziamento all’Italia per il supporto, affermando, il primo, che “l’intervento è perfettamente in linea con le priorità del Governo keniano” e, il secondo, che questo “rappresenta una potente testimonianza della visione, dei valori e degli obiettivi condivisi che ci uniscono e rileva il nostro impegno verso uno sviluppo sostenibile in Kenya, promuovendo la Nuova Agenda Urbana e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”.

Foto della cerimonia di firma dell'accordo tenutasi presso il polo delle Nazioni Unite a Nairobi

 

 

 

L’Italia rafforza il suo impegno nella lotta alla violenza di genere in Kenya con UN WOMEN

Nairobi, 31 maggio 2023 – L'Ambasciatore d'Italia in Kenya, Roberto Natali, e il Direttore Regionale di UN Women per l'Africa Orientale e Meridionale, Dr. Maxime Houinato, hanno firmato questa mattina l'Accordo per dare il via al progetto “Let it not Happen Again: Safeguarding the Rights of GBV Survivors through Access to Justice” – Non lasciare che accada più: Salvaguardare i diritti delle donne sopravvissute a violenze di genere attraverso l’accesso alla giustizia). L'iniziativa, dalla durata triennale e dal valore di 1,8 milioni di euro (circa 268 milioni di KES) è finanziata dalla Cooperazione italiana e realizzata da UN WOMEN in collaborazione con l'OHCHR. L'evento ha visto la presenza della Dott.ssa Veronica Nduva, Segretario Principale del Dipartimento di Stato per il Genere e l'Affermative Action del Governo del Kenya, del Dott. Giovanni Grandi, Titolare di Sede dell'Ufficio Regionale dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) a Nairobi, del Dott. Anthony Ngororano, UN Resident Coordinator ad interim, della Dott.ssa Anna Mutavati, Rappresentante Paese per il Kenya di UN WOMEN, e di rappresentanti dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (OHCHR), del Servizio di Polizia Nazionale e della società civile.
L'iniziativa, che sarà realizzata nelle contee di Nairobi, Kisumu, Kilifi, Isiolo, Bungoma e Vihiga, sosterrà l'attuazione di riforme politiche e il rafforzamento delle istituzioni e si concentrerà sull'emancipazione delle donne, il riconoscimento del ruolo e dei diritti delle donne nella società e l'accesso alla giustizia per le vittime di violenza.
Come ha affermato l'Ambasciatore Natali, “L'Italia crede fermamente che la parità di genere e l'emancipazione delle donne siano essenziali per sradicare la povertà e costruire una società basata sullo sviluppo sostenibile, sulla giustizia sociale e sui diritti umani. Il messaggio che vogliamo lanciare anche oggi è: Che non accada più!”
Giovanni Grandi, Titolare dell'Ufficio Regionale Aics, ha dichiarato: “Questa nuova iniziativa segna una transizione nell'approccio della Cooperazione italiana in Kenya alla lotta alla violenza di genere, avendo una portata più ampia in termini di durata temporale, risorse finanziarie e numero di contee di intervento”.
Secondo il Dott. Houinato, “Uno dei principali risultati di questa partnership è stato che le elezioni in Kenya sono state in gran parte pacifiche con un numero considerevolmente inferiore di segnalazioni di casi di violenza di genere, rispetto alle elezioni del passato. Tuttavia, il nostro lavoro non è ancora finito. Dal momento che la violenza di genere persiste ancora in Kenya, dobbiamo basarci sulle lezioni apprese per sostenere una programmazione completa di prevenzione e risposta, che affronti i fattori sociali e strutturali che guidano la violenza di genere”.

 

 

 

 

Pesca artigianale e blue economy in Kenya: Aics consegna imbarcazioni equipaggiate a cinque contee costiere

Mombasa, 17 maggio 2023L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) ha proceduto oggi alla consegna ufficiale di 26 imbarcazioni, acquisite attraverso il Programma ‘Go Blue’ finanziato dall’Unione Europea, ai governatori delle Contee di Mombasa, Kilifi e Lamu, che si sono impegnati a trasferirle ai pescatori cinque cooperative (‘Beach Management Unit’) distribuite sulle contee che si affacciano sull’Oceano Indiano in Kenya. Alla cerimonia, cui ha presenziato il Direttore della Sede di Nairobi dell’Aics, Giovanni Grandi, hanno partecipato il Vicepresidente del Kenya, Rigathi Gachagua e la Rappresentante dell’Unione Europea in Kenya, Henriette Geiger, a capo di una Delegazione di dieci Ambasciatori di altrettanti stati membri dell’UE, assieme al Segretario di Gabinetto per le Miniere, l'Economia Blu e gli Affari Marittimi del Kenya, Salim Mvurya, oltre ai tre Governatori delle contee partner.

In Kenya, la scarsità di imbarcazioni e attrezzature per la pesca a disposizione delle organizzazioni comunitarie che gestiscono la pesca a livello locale, le Beach Management Unit, costringe i pescatori a rivolgersi a intermediari per il noleggio di barche, spesso con costi elevati. Grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, la cooperazione italiana attraverso Go Blue sta intervenendo nelle fasi più deboli della filiera della pesca artigianale: è prevista una serie di interventi, tra cui opere infrastrutturali, formazioni a favore dei pescatori, introduzione di un sistema di etichettatura che certifichi la qualità del pesce sul mercato.

‘La consegna delle imbarcazioni rappresenta una pietra miliare per la componente italiana di Go Blue’, ha affermato Giovanni Grandi, titolare della Sede Aics di Nairobi. ‘Crediamo che questo possa aumentare le attività e gli introiti delle cooperative partner. Stiamo inoltre lavorando insieme al nostro partner tecnico CIHEAM Bari alla progettazione di uno schema di gestione delle barche simile ad un fondo rotativo, che permetterà che le imbarcazioni fornite generino capitale e consentirà ai pescatori di acquisire ulteriori barche. Ènostra responsabilità condivisa fare in modo che le risorse dell’economia blu siano utilizzate nella maniera più sostenibile’, ha concluso.

‘Go Blue ha messo le comunità costiere e le loro esigenze al centro dei nostri interventi, con le sue tre diverse componenti interconnesse, tutte rivolte al raggiungimento di una crescita economica sostenuta, proteggendo l’ambiente e adattandosi alle sfide collegate all’urbanizzazione’, ha dichiarato la Rappresentante dell’Unione Europea in Kenya, Henriette Geiger. ‘L’Unione Europea sta dando una rilevanza centrale per lo sviluppo della blue economy, e siamo presente per fornire il
nostro supporto’.

A conclusione dell’evento, il Vicepresidente del Kenya Rigathi Gachagua ha voluto ringraziare l’Unione Europea ‘per il grande supporto che sta dando al nostro Paese e al nostro popolo. Non lo prendiamo per scontato e ne siamo molto riconoscenti’.

 

Meno violenza di genere e più giustizia per le donne: gli sforzi di Aics e UN WOMEN in Kenya

“Le elezioni di quest’anno, 2022, sono state le prime elezioni pacifiche a Bungoma dal 1963” ci racconta Rosemary Cheptai, signora di una certa età con gli occhi vispi e le mani rugose. L’area di Bungoma e, in particolare, quella del Monte Elgon da cui viene Rosemary  - al confine con l’Uganda – è considerata un’area particolarmente vulnerabile durante i periodi elettorali a causa dei numerosi episodi di violenza. Rosemary ci racconta la sua storia: “Durante i periodi elettorali sono stata vittima di violenze. I miei vicini hanno anche perso figli e figlie. Ora sono un facilitatore di pace: conduco dialoghi con la mia comunità e i vicini. Siamo stanchi di perdere i nostri figli. Siamo stanchi di essere violati. Dobbiamo ricordare alla nostra gente cosa abbiamo passato, in modo da non tornare indietro".

Nonostante i timori fossero tanti, le elezioni generali dell’agosto 2022 in Kenya si sono svolte in maniera pacifica e ciò rappresenta una grande vittoria per il Kenya e per le popolazioni di queste aree. È una grande vittoria anche per l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) che supporta dal 2019 attività di prevenzione e risposta alle violenze di genere nei periodi elettorali con l’iniziativa “Let It Not Happen Again”. Il finanziamento di circa un milione di dollari a favore di UN Women e dell’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani (OHCHR), ha assicurato da un lato attività di rafforzamento delle capacità delle istituzioni pubbliche (in particolare personale della polizia, della magistratura, del personale sanitario), e dall'altro l'empowerment di organizzazioni della società civile e delle associazioni di difensori dei diritti nei loro sforzi di advocacy.

Attraverso questa iniziativa sono stati organizzati numerosi training volti a rafforzare i meccanismi esistenti di coordinamento per assicurare piani di early warning e response in casi di violenza.

“Ti ricordi durante il primo incontro?” dice scherzosamente Betty Okero, rappresentante dell’OSC Network, al comandante Njeru della stazione di polizia di Bumula, contea di Bungoma. “Ci urlavamo dietro e non riuscivamo a capirci”. I training hanno invece contribuito a sviluppare dei rapporti personali tra i diversi attori convolti, superando così le diffidenze e i preconcetti. Tutto questo ha contribuito a creare un clima di collaborazione e di supporto tra le diverse parti della società.

Anche grazie al supporto italiano, per la prima volta nella storia del Kenya quest’anno il Procuratore della Repubblica ha chiesto che le condanne a carico di 12 ufficiali di polizia accusati di stupro, omicidio e tortura per reati commessi durante le elezioni del 2017 fossero trattate come crimini contro l'umanità. Si tratta del primo procedimento penale per violenza sessuale correlata alle elezioni. Il Procuratore della Repubblica ha inoltre ordinato che le indagini fossero intraprese dall'Autorità indipendente di supervisione della polizia, con la partecipazione della Commissione nazionale del Kenya sui diritti umani, le organizzazioni della società civile e i sopravvissuti. Tra gli altri risultati raggiunti nelle prime due fasi di progetto, ricordiamo l'istituzione della prima Direzione per il Genere presso il Servizio Nazionale di Polizia e il miglioramento dell'accesso della popolazione target ai servizi essenziali, con 930 sopravvissuti a casi di SGBV che hanno ottenuto l’accesso a servizi medico-legali dedicati.

Nonostante gli ottimi risultati, il lavoro da fare per eliminare violenze e abusi è ancora lungo ed è fondamentale continuare a battersi affinché non vengano più violati i diritti umani e affinché tutti i cittadini abbiano equo accesso alla giustizia.

Rosemary Cheptai, madre di sei figli, presidente del comitato distrettuale per la pace a Mt Elgon. Photo UN Women/Tabitha Icuga

 

Caporale Catherine Nekesa, agente di polizia che si occupa di violenze di genere alla stazione di polizia di Mbale (Contea di Vihiga) Photo © UN Women - Tabitha Icuga

 

Gruppo di difensori dei diritti umani, Contea di Vihiga. Photo © UN Women - Tabitha Icuga

 

 

 

Kenya – Insieme all’acceleratore E4Impact per un’imprenditorialità innovativa e sostenibile

Nairobi, 04 novembre 2021 - Presentato presso la sede di Karen (Nairobi) la nuova iniziativa dell'Agenzia Italiana alla Cooperazione allo Sviluppo per rendere l'Incubatore di impresa E4impact un centro di eccellenza per lo sviluppo della piccola e media imprenditoria del Kenya. Alla cerimonia, insieme all'Ambasciatore d'Italia in Kenya  Alberto Pieri e al Titolare della Sede AICS di Nairobi Fabio Melloni, hanno partecipato il Governatore della Banca Centrale del Kenya Patrick Njoroge, l'Ambasciatrice dell'Unione Europea a Nairobi Henriette Geiger, il capo della Cooperazione dell’Ambasciata Francese a Nairobi Cyril Gerardon, la vicepresidente della Kenya National Chamber of Commerce and Industry (KNCCI) Fatma Elmaawy, il Managing Director della Fondazione E4Impact Frank Cinque e una rappresentante del Ministero dell'Industria keniano.

Avviato nel 2018 dalla Cooperazione italiana, come progetto-pilota per il supporto alla piccola e media impresa del Kenya, attraverso l’azione della Fondazione E4Impact e dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l'Acceleratore nel corso dei tre anni di realizzazione ha permesso la promozione dell’imprenditorialità, di opportunità di occupazione per i giovani e di internazionalizzazione delle imprese. Ponendo particolare attenzione all'occupazione femminile e all'impatto socio-ambientale, l'Acceleratore ha messo in relazione attori del settore pubblico, privato e della ricerca fornendo servizi e formazione a quaranta imprese keniane che, così, hanno avuto gli strumenti per rafforzarsi, stringere partenariati con imprese italiane ed europee e raccogliere sul mercato locale e internazionale un totale di oltre 2 milioni di euro di finanziamenti aggiuntivi privati a supporto della propria crescita.

Il nuovo intervento dell'AICS, pari a 2.3 milioni di euro per tre anni, rafforza ulteriormente l'azione dell'acceleratore mirando a renderlo un centro di eccellenza per lo sviluppo dell'imprenditoria a Nairobi e in Kenya. Questa seconda fase parte dal successo della precedente e proseguirà nel solco della collaborazione a "tripla elica" tra settore privato, pubblico e accademico, favorendo una maggiore digitalizzazione delle imprese, nonché un maggiore utilizzo delle nuove tecnologie. Questo per rendere più rapida ed efficiente la crescita delle imprese locali e migliorare ulteriormente le relazioni e i rapporti commerciali con i Paesi della regione, ma anche con l'Italia e l'Europa. Nel corso dei prossimi tre anni l'Acceleratore intende rafforzare 30 aziende e incubare 10 idee imprenditoriali all'anno, per un totale di 120 aziende al termine del progetto.

Nel corso della cerimonia, il Titolare della sede AICS di Nairobi, ha sottolineato quanto il Kenya sia un punto di riferimento per l'imprenditoria, in particolare giovanile, e ha ricordato l'importanza di rafforzare l'innovazione e l'imprenditoria sostenibile nel Paese attraverso un centro unico e di successo come l'Acceleratore E4Impact.

Da parte sua, l'Ambasciatore Pieri, nel riconoscere il successo della fase precedente, ha ricordato l'importanza delle piccole e medie imprese per il tessuto economico del Kenya, che compongono circa il 40% del prodotto interno lordo del Paese, sottolineando come l'Italia, viste le molte similarità con quello italiano, possa contribuire, sulla base di tale propria esperienza, allo sviluppo del settore privato keniano.

In un momento di pandemia globale in cui il tessuto economico del Paese necessita più che mai di attori qualificanti di sviluppo dell’imprenditorialità in Kenya, con questo programma la Cooperazione italiana si pone in una posizione di assoluto riguardo nel Paese nel sostegno di imprese che si caratterizzano per innovazione e sostenibilità. Questo, proseguendo il sostegno a un centro che, negli anni passati, è partito come progetto-pilota ma che si è progressivamente affermato come un centro di riferimento per lo sviluppo del settore privato.

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Kenya – Rafforzare il sistema di allerta rapida e gestione rischi ambientali in Africa: un programma a guida e finanziamento italiano in collaborazione con partners internazionali

Nairobi, 27 ottobre 2021 - Il Presidente della Repubblica del Kenya Uhuru Kenyatta inaugura la prima Sala Situazioni regionale del Disaster Operations Center presso la Intergovernmental Authority on Development. La Sala realizzata da Fondazione CIMA nell’ambito del programma pluriennale dal titolo “Establishment of the Impact-based Early Warning for Early Action and Trans-boundary Risk management function of the African Union" coordinato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la Riduzione del Rischio da Disastri-UNDRR in collaborazione con l’Unione Africana-AU, e finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, avrà la funzione di monitorare e prevedere l’evoluzione di differenti rischi nella regione denominata su un’area di 5.2 milioni di km quadrati che comprende otto Paesi del Grande Corno d’Africa Djibouti, Eritrea, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud- Sudan, Sudan e Uganda.

La sala fornirà altresì informazioni fondamentali per la gestione del rischio da disastri agli altri centri che lo stesso progetto realizzerà analoghe sale situazioni presso l’Unione Africana, il Centro Africano per le Applicazioni Metereologiche per lo sviluppo -ACMAD, i centri metereologici e climatologici presso le Comunita’ Regionali Economiche-RECs e nei Paesi Membri dell’Unione Africana, che saranno collegate tramite la piattaforma tecnologica myDewetra sviluppata nell’ambito della pluriennale collaborazione tra il Dipartimento della Protezione Civile Italiana e la Fondazione CIMA.

Le attività previste nel primo anno del programma prevedono la realizzazione di altre due sale situazioni che saranno inaugurate a breve:

- la Continental Situation Room presso la sede dell’Africa Union Commission ad Addis Abeba (Etiopia), con la funzione principale di informare gli organi dell’Unione Africana su situazioni potenzialmente critiche a livello continentale;

- la ACMAD Multi-Hazard Advisory Centre a Niamey (Niger), dedicata alla sorveglianza meteorologica continentale.

Le tre sale, collegate attraverso la piattaforma italiana "myDEWETRA", saranno in grado di produrre bollettini di previsione e report di emergenza, quali il “Continental Watch” e il “Situation Report”, già in fase di sperimentazione da qualche mese. Il Continental Watch è stato presentato anche come “demo live” (invio del bollettino attraverso un canale Telegram dedicato) lo scorso 13 ottobre all’Expo di Dubai durante la Conferenza “Spotlight on Africa DRR” organizzata da Unione Africana in occasione della Giornata internazionale della riduzione del rischio (DRR Day).

Questo complesso sistema di allerta e monitoraggio transnazionali del rischio ambientale, frutto dell'eccellenza italiana nel campo, è fondamentale per un continente come quello africano colpito da frequenti e gravi disastri che hanno avuto e hanno spesso conseguenze gravissime sulle popolazioni in termini di danni economici, salute e sicurezza alimentare. E' stato possibile grazie al sostegno del governo italiano, in partnership con l’Unione Europea, il governo svedese e l’iniziativa “Risk and Early Warning Systems -CREWS” in sinergia con UNDRR e le altre agenzie delle Nazioni Unite coinvolte e le istituzioni africane, AUC e IGAD in testa. A dimostrazione che solo da una stretta cooperazione si possono ottenere dei risultati duraturi ed efficaci nel lungo periodo.

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Uganda – Siglato l’accordo per il finanziamento del Karamoja Infrastructure Development Project (KIDP II)

Kampala (Uganda) – L'Ambasciatore d'Italia in Uganda, S.E. Massimiliano Mazzanti e il Ministro delle finanze, pianificazione e sviluppo economico, On. Matia Kasaija hanno firmato il 19 agosto 2021, presso il Ministero delle Finanze, l'accordo per il contributo italiano alla seconda fase del Karamoja Infrastructure Development Project (KIDP II). Alla cerimonia della firma hanno assistito il Ministro della Sanità, l'On. dott. Jane Ruth Aceng, il Ministro di Stato per gli affari del Karamoja, l'On. Agnes Nandutu e l'Ambasciatore dell'Unione europea in Uganda, S.E. Attilio Pacifici.

Nella regione del Karamoja, che ha il più alto tasso di povertà in Uganda, il 70% delle famiglie ha un accesso inadeguato alle strutture sanitarie. Ciò è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture (strutture ospedaliere limitate e inadeguate nella zona) e di risorse umane, sia alla limitata formazione del personale medico e sanitario impiegato delle strutture.

Già negli anni passati, con il contributo del Governo italiano e il supporto tecnico dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), il Governo ugandese ha potuto costruire in ogni distretto del Karamoja alloggi per il personale medico che lavora nelle zone più remote della regione. Attraverso questa nuova fase del KIDP II, con un contributo a credito di dieci milioni di euro da parte del Governo italiano e un contributo del Governo ugandese di due milioni di euro, il Governo ugandese, con il supporto tecnico dell'AICS, sarà in grado di costruire ed equipaggiare nuove strutture ospedaliere, oltre ad ampliare e modernizzare i reparti delle strutture esistenti e formare il personale medico. Una volta avviate le attività di realizzazione, nei prossimi mesi, l’iniziativa avrà una durata di tre anni.

Al momento della firma, l'Ambasciatore Mazzanti ha sottolineato l'importanza dell'accordo notando che esso rafforzerà ulteriormente le relazioni tra Italia e Uganda che hanno legami comuni da prima dell'indipendenza.

Nel ringraziare l'Italia per il suo continuo supporto e partenariato, l'On. Kasaija ha espresso la necessità di trovare una soluzione duratura per la pace e la sicurezza nella regione del Karamoja che dia impulso ai programmi che sono stati finanziati soprattutto nei settori dell'educazione e della salute.

Questo intervento, quindi, si allinea con i più ampi sforzi in corso dell'Ufficio Regionale AICS di Nairobi per sostenere i sistemi sanitari locali della Regione che, nelle circostanze straordinarie causate dalla pandemia Covid-19, stanno affrontando difficoltà crescenti nel fornire una risposta più efficace e tempestiva.

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Kenya – Eni e AICS Nairobi firmano un memorandum per lo sviluppo di iniziative congiunte nel Paese

Nairobi (Kenya), 22 luglio 2021 –Eni, tramite la consociata Eni Kenya, e la Sede di Nairobi dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) hanno firmato oggi, alla presenza dell'Ambasciatore d'Italia in Kenya S.E. Alberto Pieri, un Memorandum per individuare possibili opportunità di futura collaborazione in settori chiave per lo sviluppo del Paese quali agricoltura e catene del valore, dell'ambiente, della salute, della formazione e dell'istruzione professionale, nonché dell'accesso all'energia/energia verde e all'innovazione.  Il documento è stato firmato dal Managing Director di Eni Kenya Enrico Tavolini  e dal Titolare dell’Ufficio di Nairobi di AICS Fabio Melloni.

L'accordo, dalla durata quadriennale, intende promuovere e rafforzare il “Sistema Italia” all'estero e si inserisce nella strategia di Eni e Aics di far leva sui partenariati pubblico-privati, che le Nazioni Unite indicano come strumento chiave per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030. Inoltre, questo accordo è in linea con la legge 125/2014 sulla cooperazione, che riconosce il contributo del settore privato nella definizione e nell’attuazione di progetti di sviluppo sostenibile.

L’accordo permetterà ad Eni Kenya e Aics in Kenya di identificare e sviluppare progetti di collaborazione futura, in coerenza con gli obiettivi strategici di sviluppo sociale del Governo del Kenya e in linea con le loro attività svolte nel Paese.

Eni opera in Kenya dal 2013, con attività di esplorazione offshore Oil & Gas nel Bacino di Lamu, e con iniziative industriali che integrano l’economia circolare lungo la filiera per la produzione di biocarburanti. Inoltre, Eni contribuisce alle iniziative di sviluppo locale della National Oil Corporation of Kenya (NOCK) nei settori chiave dell'istruzione, della salute e dell'acqua, e dei servizi igienico-sanitari.

La sede Aics di Nairobi ha una lunga esperienza nel Paese e una vasta rete con altre Agenzie di Cooperazione, Organizzazioni della Società Civile e Organizzazioni del Sistema delle Nazioni Unite. Il Kenya, inoltre, è un Paese strategico per l'Italia e la sua Agenzia di Cooperazione dalla fine degli anni Novanta, dove ha consolidato i suoi tradizionali ambiti di intervento quali agricoltura e irrigazione, WASH, sviluppo territoriale e umano, con particolare attenzione a sanità, educazione e settore privato.

> Comunicato stampa ITA (*pdf)
> Materiale fotografico (*jpeg)

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Acquacoltura ed empowerment: Aics in Kenya supporta le donne nella blue economy

KENYA - Durante il mese di luglio, il nostro Ufficio ha organizzato una missione nella contea di Kwale per incontrare il gruppo di donne impegnate nella coltivazione delle alghe che Aics supporterà con due diverse iniziative. Il gruppo è basato nel villaggio di Mkwiro ed è composto da un centinaio di donne: Mzungu, 39 anni, è una di queste.

Mkwiro è un piccolo villaggio di pescatori di circa 1.000 abitanti, situato nei pressi del confine con la Tanzania. La spiaggia di Mkwiro si affaccia sul Parco nazionale marino di Kisite-Mpunguti, dove non sono infrequenti gli avvistamenti di coccodrilli lungo i fiumi orlati di mangrovie e di delfini che saltano tra le onde. Nel villaggio, però, mancano acqua ed elettricità. I locali ci raccontano che si riforniscono da alcune cisterne di raccolta dell’acqua piovana localizzate in varie zone del villaggio, mentre i pannelli solari, di cui quasi ogni abitazione è provvista, sopperiscono alla mancanza di corrente elettrica.

Mzungu, la donna che ci ha accompagnato nella missione, a Mwkiro ci è nata e ci ha sempre vissuto. Sposata all’età di 16 anni, è la seconda moglie di un uomo con cui ha avuto sei figli. Ci dice con orgoglio che è la vice coordinatrice del gruppo di donne impegnate nella coltivazione delle alghe, un’attività iniziata nel 2009 su impulso del Governo. Da allora, Mzungu e le altre lavorano cinque giorni a settimana, con orari variabili che dipendono dalle maree capricciose dell’Oceano Indiano. La giornata lavorativa le impegna fino a sei ore, durante le quali le alghe “pronte” vengono raccolte o piantate lungo i filari subacquei. Le alghe raccolte vengono stipate in sacchi di plastica che le donne si caricano in testa e trasportano sino al villaggio, camminando quasi un’ora. Ogni sacco di alghe, intrise e gocciolanti di acqua marina, può arrivare a pesare fino a 50 kg, e il tragitto da percorrere con il sacco in equilibrio sulla testa è faticoso: oltre al peso da sopportare, le donne spesso camminano nell’acqua sotto il sole feroce dell’equatore, e devono prestare attenzione a dove mettono i piedi per non inciampare nei coralli aguzzi del fondale. Una volta raggiunto il villaggio, i sacchi vengono svuotati e le alghe adagiate su panni variopinti esposti alla luce del sole nei cortili delle abitazioni o per strada, per essere essiccate.

La coltivazione e vendita delle alghe in Kenya rappresenta una fonte di reddito fondamentale per le comunità della costa. Una volta essiccate, infatti, le alghe possono essere vendute ad aziende - perlopiù asiatiche - che le utilizzano in vari tipi di prodotti nelle industrie alimentari, farmaceutiche e cosmetiche; in alcuni villaggi della costa, vengono anche utilizzate come addensanti di prodotti alimentari, come le marmellate, o bollite e cucinate nelle zuppe. I guadagni ricavati permettono alle donne di contribuire al reddito famigliare ed avere un’influenza maggiore nelle decisioni che riguardano la gestione della vita domestica.

Mzungu ci dice che il gruppo di donne ha bisogno di sostegno per migliorare le condizioni in cui realizza la coltivazione, raccolta ed essiccazione delle alghe. Tra le sfide maggiori, ci segnala la difficoltà nel trasporto dalle aree di raccolta sino alla costa.

Aics è attiva nella zona di Mkwiro per migliorare le filiere produttive della pesca e delle alghe, settori della blue economy che hanno un grande potenziale per lo sviluppo economico dell’area costiera in Kenya. Nei mesi passati, sono stati realizzati diversi incontri con le donne di Mkwiro e con le comunità locali da parte di esperti dell’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari (CIHEAM - Bari), partner di Aics in Kenya, e si sono definite le azioni prioritarie da avviare nei prossimi mesi. Gli interventi previsti includono l’acquisto di imbarcazioni per facilitare il trasporto delle alghe fino alla riva e la costruzione di una struttura per migliorarne l’essiccazione: al momento, infatti, le alghe essiccate all’aria aperta possono essere esposte alle piogge, rubate o volare via col vento. La nuova struttura permetterà un’essiccazione più protetta e più rapida, dal momento che i tempi vengono accorciati dai due giorni attualmente necessari a circa sei ore. Aics prevede inoltre di supportare l’installazione di serbatoi per la raccolta e depurazione dell’acqua piovana in zone strategiche del villaggio, per migliorare l’accesso all’acqua dell’intera comunità. A Mkwiro, Aics fornirà inoltre sostegno alla cooperativa di pescatori locale con attività di formazione, con la fornitura di equipaggiamenti per migliorare l’attività peschiera, e con lo sviluppo di un sistema di certificazione per garantire standard qualitativi definiti per il pesce pescato, in modo da permettere ai pescatori di migliorarne la commercializzazione.

“Siamo molto contente dell’aiuto che ci darete per aiutarci ad affrontare queste difficoltà”, confessa Mzungu trascinando un sacco ricolmo di alghe. “Questi interventi ci saranno molto utili”.

 


Aics in Kenya interviene a sostegno delle donne impegnate nelle piantagioni di alghe e dei pescatori a Mkwiro attraverso due distinte iniziative.

Con l’iniziativa “Share Blue”, avviata nel 2019 e realizzata da CIHEAM - Bari e in partenariato con le autorità locali, Aics interviene nelle contee costiere (Mombasa, Kilifi, Kwale, Tana River, Taita Taveta, Lamu) per sostenere lo sviluppo della Blue Economy, con attività di formazione a favore delle comunità e dei funzionari delle contee, individuando e promuovendo opportunità di sviluppo economico locali (“economic blueprints”).

L’iniziativa “Go Blue”, avviata nel 2021 e finanziata dall’Unione Europea, viene realizzata da Aics insieme alle agenzie di cooperazione di Germania, Portogallo, Francia, due agenzie delle Nazioni Unite (UN Habitat e UN Environment Programme - UNEP) ed in partenariato con il Segretariato JKP, il blocco economico delle contee costiere. La componente affidata ad Aics viene realizzata in partenariato con CIHEAM Bari e interviene nelle sei contee costiere. L'iniziativa si concentra sulla crescita economica, con il rafforzamento delle filiere delle pesca, della manioca e con assistenza tecnica fornita alla controparte locale.

Alcune donne di Mkwiro impegnate nella coltivazione delle alghe.

Mzungu impegnata a srotolare la fune utilizzata per agganciare le alghe da coltivare.

Uno dei sacchi utilizzati per il trasporto delle alghe fino a riva.

Una donna del villaggio prepara le alghe per l'essiccazione nel giardino della propria abitazione.

Mzungu stringe in mano le alghe essiccate.

Foto: Martina Bolognesi